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Famiglia
Rosaceae.
Sinonimi
Cotoneaster pyracantha
Spach; Crataegus pyracantha Borkh.
Area d'origine
Asia
Minore, Europa meridionale.
Etimologia
Il termine
generico è il nome greco della pianta: deriva da 'pyr' =
fuoco e 'ákantha' = spina, in riferimento ai rami spinosi e
al colore rosso dei frutti. Il termine specifico deriva dal
latino 'coccineus' = scarlatto e allude anch'esso al colore
rosso intenso dei frutti.
Descrizione
Arbusto cespuglioso,
sempreverde, alto fino a 5 m, con rami divaricati e spinosi.
Le foglie sono ellittico-oblunghe, finemente dentate ai
margini, coriacee, di colore verde-scuro. I fiori sono
piccoli, numerosi, di colore bianco, riuniti in densi
corimbi composti; hanno 5 brevi sepali, 5 petali obovati,
numerosi stami con antere gialle ed ovario di 5 carpelli. I
frutti sono piccolissimi, globosi, carnosi, di colore rosso
scarlatto, coronati dal calice persistente e contenenti 5 semi di consistenza legnosa.
Periodo di fioritura
Fiorisce in primavera.
Periodo di fruttificazione
La fruttificazione segue immediatamente la fioritura, ma i
frutti persistono a lungo sulla pianta, fino all'inverno.
Coltivazione
Pianta rustica, abbastanza resistente al
freddo, predilige esposizioni parzialmente ombreggiate e terreno fresco ben drenato. Teme la siccità e
sopporta le potature. È nota una varietà 'lalande', con foglie più grandi, adatta a formare siepi compatte. Si
moltiplica per talea di legno semimaturo in estate oppure per seme. È una pianta soggetta a diverse malattie
crittogamiche quali il 'mal bianco' (Podosphaera clandestina) che produce su foglie e germogli una muffa
biancastra e pulverulenta con disseccamento, e che va trattata con zolfo bagnabile o prodotti antioidici, e la
'ruggine' (Gymnosporangium clavariiforme) che produce nelle foglie macchie giallastre sulla pagina superiore
e pustole vescicolose in quella inferiore fino al disseccamentoe che va trattata con ossicloruro di rame o
fenarimal. Tra i parassiti animali i tingidi (Monosteira unicostata e Stephanitis piri) provocano ingiallimento,
disseccamento e caduta precoce delle foglie.
Uso
È una specie molto decorativa soprattutto per i frutti vistosi,
coltivata in cespugli isolati o sotto forma di siepi.
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Foglie (non sono foglie, ma fusti modificati!) senza picciolo ben distinto, terminanti in una
punta spinosa
Ruscus aculeatus L.
Famiglia
Liliaceae.
Nome comune
Pungitopo.
Area
d'origine
Regione mediterranea. È una pianta
caratteristica dei boschi di leccio (Quercus ilex L.) e di
caducifoglie, comune in tutto il territorio, particolarmente
al Sud, dal livello del mare fino a ca. 1400 m d'altitudine.
Etimologia
Il primo termine del binomio è il nome con
cui gli antichi Romani chiamavano la pianta. Il secondo
termine si riferisce alla presenza di cladodi appuntiti e
pungenti.
Descrizione
Pianta erbacea perenne, fornita di
un robusto rizoma da cui si dipartono fusti legnosi, eretti,
alti fino a 1 m, semplici alla base ma riccamente ramificati
verso l'alto. Le vere foglie sono estremamente ridotte e
caduche; la loro funzione è svolta da particolari rami
appiattiti che prendono il nome di cladodi. Questi, lunghi
2-4 cm, hanno forma ovato-oblunga e terminano all'apice
con una spina pungente. I fiori, unisessuali su individui diversi (specie dioica), si formano sulla pagina
superiore dei cladodi e sono piccoli e verdastri. Il frutto è una bacca globosa, di colore rosso, che persiste
lungamente sulla pianta.
Periodo di fioritura
Fiorisce due volte nel corso dell'anno: prima tra Febbraio ed
Aprile e successivamente tra Settembre e Novembre.
Coltivazione
Nelle zone della Penisola dove il
Pungitopo è poco diffuso, esso è sottoposto a pratiche colturali. In alcuni casi viene coltivato a scopo
ornamentale nei giardini per siepi e bordure. In altri casi gli erbaioli intervengono sulle piante selvatiche
effettuando una sorta di forzatura, sfoltendo i cespugli o, addirittura, bruciandoli; in tal modo si favorisce una
più precoce e copiosa produzione di turioni.
Uso
I turioni del Pungitopo si consumano come gli Asparagi
selvatici o coltivati, ma hanno un sapore più amarognolo e richiedono un maggior tempo di cottura. Per
allontanare l'eccesso di sostanze amare si suole cuocerli in abbondante acqua. Una volta lessati, si mangiano
conditi con sale, pepe, olio e succo di limone oppure si usano come ingredienti per le frittate. I rami di
Pungitopo, provvisti delle bacche rosse, si regalano durante le feste natalizie e di fine anno con significato di
buon augurio.
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Foglie picciolate, senza punta spinosa (spine sui fusti o all'apice dei rami)
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Foglie decidue. Fiori non bianchi
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Foglie sempreverdi. Fiori bianchi
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Picciolo più lungo di 1 cm. Fiori senza petali. Frutto fortemente rugoso
Maclura pomifera (Raf.) C.K. Schneid.