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Foglie composte o profondamente divise
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Base della foglia non simmetrica
Celtis aetnensis Strobl
Famiglia
Ulmaceae.
Nome comune
Bagolaro dell'Etna.
Sinonimi
Celtis tournefortii Lam. p.p.
Area d'origine
Etna
(Sicilia). Si tratta di una specie abbastanza rara ed endemica
dell'Etna, benché alcuni autori non ritengano questa specie
distinta da C. tournefortii Lam. diffusa dalla Penisola Balcanica
al Kurdistan.
Etimologia
Il termine generico è l'antico nome
comune greco della pianta. Il termine specifico allude all'area di
origine della specie, che è endemica dell'Etna.
Descrizione
Arbusto o piccolo albero caducifoglio alto fino a 5 m, con
corteccia grigiastra, compatta. Foglie caduche, alterne, semplici,
ampiamente ovate, cordate alla base, debolmente crenate al
margine, 3-3,8 x 4-5 cm. Fiori sia maschili che ermafroditi,
sviluppantisi contemporaneamente alle foglie. Perianzio
sepaloideo di 4-5 elementi liberi, stami 5, ovario supero. Frutto a
drupa ovoidale, lunga 8-9 mm, giallastra a maturità, edule, di
sapore dolciastro, sorretta da peduncoli ingrossati.
Periodo di
fioritura
Fiorisce nel suo ambiente nel mese di Maggio.
Coltivazione
Richiede terreno ben drenato e posizione soleggiata
o semiombreggiata. Si riproduce per seme.
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Base della foglia simmetrica
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Foglie triangolari, a foma di ventaglio, parallelinervie
Ginkgo biloba L.
Famiglia
Ginkgoaceae.
Sinonimi
Salisburya adiantifolia
Sm.; Salisburya macrophylla Koch.
Area d'origine
Cina,
Giappone. Questa specie è l'unica rappresentante vivente
di una antichissima famiglia di Gimnosperme che ebbe il
massimo sviluppo durante il Mesozoico. Si è conservata
sino ai nostri giorni in quanto considerata in Cina pianta
sacra e quindi coltivata e protetta nei templi buddisti. È
considerata un vero e proprio 'fossile vivente'.
Etimologia
Il termine generico deriva dal nome cinese della pianta,
'Gynkyo', che nel 1712 fu introdotta in Europa
dall'esploratore Kaempfer, storpiato in 'Ginkgo' e così
utilizzato da Linneo, che descrisse la specie. Il termine
specifico allude alla morfologia delle foglie.
Descrizione
Albero deciduo alto fino a 40 m, con chioma piramidale. Le foglie sono picciolate, bilobe, con forma a
ventaglio, parallelinervie, di colore verde brillante, che divengono dorate in autunno prima di cadere. I fiori
sono unisessuali su individui diversi; i maschili sono formati da stami con due sacche polliniche, riuniti in
amenti penduli in gruppi di 3-6 su brevi rametti (brachiblasti), i femminili sono ridotti a ovuli nudi, portati in
numero di 2-3 all'apice di lunghi peduncoli. In assenza di un ovario, la pianta non forma veri frutti, ma ogni
ovulo matura un seme con il tegumento esterno carnoso, di colore giallastro, puzzolente (emana odore di
acido butirrico) e quello interno duro, sicché il seme ricorda una drupa.
Periodo di fioritura
Primavera.
Coltivazione
Pianta di facile coltivazione e ben adatta ai centri urbani, essendo resistente all'inquinamento,
alla siccità e alle basse temperature (fino a -35 °C). Ne esistono diverse varietà colturali che si differenziano
per il colore o la forma delle foglie o per il portamento. Si moltiplica per seme o per talea.
Uso
Idonea per
alberature stradali oppure in parchi e giardini come pianta isolata. Nell'Estremo Oriente, i semi, ricchi di
amidi, sono consumati sia crudi che cotti, soprattutto in occasione di sposalizi. Sia in Cina che in Giappone
essi si trovano sul mercato sotto il nome di 'ginan'. In questi paesi, inoltre, le foglie, ricche di principi attivi, si
utilizzano in erboristeria contro vertigini, cefalee, varici e localmente come cicatrizzanti.
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Foglie non triangolari, penninervie
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Foglie a base cuoriforme
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Foglie arrotondate od attenuate verso la base
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Foglie a margine liscio, intero
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Foglie a margine dentato o dentellato
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Picciolo più lungo di 1 cm. Fiori a simmetria bilaterale
Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum