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prima volta in Italia nel 1780. Ha un impiego
essenzialmente come pianta ornamentale.
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Foglie lobate
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Foglie non lobate
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Petali bianchi, fusi tra loro. Frutto carnoso
Viburnum opulus L.
Viburno palle di neve. - Il nome generico deriva dal latino
‘viere’ che significa ‘intrecciare’ con allusione alla
flessibilità dei rami, utilizzati un tempo per costruire ceste;
il nome specifico era utilizzato dai latini per indicare un
acero, probabilmente l’acero campestre, localmente
chiamato tuttora ‘opi’, ed allude alla somiglianza delle
foglie lobate. Arbusto deciduo con chioma ovato-
arrotondata, alto fino a 3-4 m, riccamente ramificato; la
scorza del tronco e dei rami più vecchi è grigiastra con toni
giallo-bruni ed evidenti lenticelle. Le foglie sono opposte,
lobate, con margine a denti irregolari e arrotondati, glabre e
verdi scure di sopra, finemente pubescenti e leggermente
più chiare di sotto. I fiori, riuniti in corimbi larghi circa 10
cm, sono bianchi e profumati; i fiori sterili, decisamente
più grandi, sono disposti alla periferia dell’infiorescenza. I
frutti sono delle drupe sferiche, rosse e lucide, persistenti,
contenenti un unico seme, non commestibili e lievemente
tossiche per l'uomo. E’ spontaneo in Europa, Asia e Africa
nord-occidentale. In Italia è più diffuso nelle regioni
settentrionali. E’ un arbusto molto utilizzato per la
formazione di siepi in interventi di rinaturalizzazione e per
scopi ornamentali; in questo caso è ampiamente coltivata la
cultivar ‘roseum’ con infiorescenze globose costituite
interamente da fiori sterili.
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Petali assenti o non bianchi. Frutto secco,
alato
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Foglie lunghe al massimo 10 cm
Acer campestre L.
Acero campestre, oppio. - Il nome generico deriva dal
latino 'acer', aguzzo, in quanto il legno, molto compatto ed
elastico, era usato per fabbricare lance; il nome specifico fa
riferimento a 'campus', campo. E’ un arbusto o albero di
media grandezza che eccezionalmente può raggiungere i 25
m, con tronco contorto e ramificato; la scorza è di color
grigio-bruno e si squama in piccole placche rettangolari.
Ha una chioma rotondeggiante con foglie palmate di color
verde scuro non molto grandi, con 3-5 lobi. I fiori, di
colore verde-giallastro, sono riuniti in grappoli eretti. Il
frutto è una caratteristica disamara con ali molto divaricate.
L’acero campestre ha un vasto areale che va dall’Europa
all'Iran settentrionale; in Italia si può trovare in tutte le
regioni, comprese le isole, dalle pianure fino ai 1000 m
circa sulle Alpi. L’acero, senza specificarne il tipo, è pianta
anch’essa citata da Virgilio tra quelle utilizzate per la
costruzione del cavallo di Troia. Il legno, molto duro,
bianco-brunastro e marezzato, si presta a lavori di tornitura
e di incisione. L’acero campestre è utilizzato come pianta
ornamentale, grazie alla colorazione autunnale, di un giallo
intenso, delle foglie in procinto di cadere. Capitozzato a
circa 3 m di altezza, è stato largamente impiegato come
tutore vivo della vite nella classica piantata che ha
contraddistinto per secoli il paesaggio della pianura
padana.
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Foglie più lunghe di 10 cm
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