5
1
Foglie aghiformi o squamiformi
2
1
Foglie non aghiformi né squamiformi
16
2
Foglie squamiformi
3
2
Foglie aghiformi
7
3
Rametti cilindrici, disposti in tutti i sensi
4
3
Rametti appiattiti, tendenti a disporsi sullo
stesso piano
5
4
Foglie di color verde-azzurro, acute, le laterali con punte divaricate (rametti ruvidi se
sfiorati dall'alto in basso)
Cupressus arizonica Greene
Cipresso dell’Arizona. - Albero sempreverde alto sino a 20
m, dalla chioma folta a ramificazione orizzontale. Le foglie
sono squamiformi, lunghe al massimo 2 mm, di color
verde-azzurro; se bruciate emanano un odore sgradevole.
La scorza, fibrosa e spaccantesi in sottili scaglie, negli
alberi giovani è di colore bruno, in quelli adulti di colore
grigio. Le strutture riproduttive sono simili a quelle del
cipresso comune: i coni fmminili, larghi 1-3 cm, sono
formati da 6-8 squame peltate di colore bruno scuro ma
ricoperte da una pruina cerosa bluastra. E’ originario delle
montagne dell’Arizona e del Messico settentrionale. In
passato è stato spesso impiegato a scopo ornamentale per la
formazione di alte siepi protettive, oggi si usa di meno a
questo scopo, anche perchè dopo alcuni anni di potatura
dava segni di seccume e sofferenza. La sua presenza in
Italia è documentata a partire dal 1892.
4
Foglie di color verde scuro, ottuse ed appressate (rametti lisci se sfiorati dall'alto verso
il basso)
Cupressus sempervirens L.
Cipresso comune. - Il nome generico deriva da quello
utilizzato dagli antichi greci (kuparissos), il nome specifico
si riferisce alla chioma sempreverde. E’ una conifera che
può raggiungere i 30 m di altezza, dalla chioma variabile,
che può essere espansa o colonnare, quest’ultima varietà e
la più utilizzata a scopo ornamentale. Le foglie, persistenti
e squamiformi, sono di colore verde scuro. La scorza è
liscia e brunastra negli esemplari giovani, leggermente
rugosa e con sfumature grigiastre in quelli adulti. Il
cipresso ha strutture riproduttive maschili e femminili
separate fra di loro ma presenti sullo stesso individuo
(pianta monoica). Quelle maschili sono raggruppate in
piccoli coni terminali di circa 4-8 mm, di color giallastro,
quelle femminili in gruppi tondeggianti. Il frutto è un
galbulo legnoso di color bruno con sfumature grigiastre,
formato da più squame pentagonali e leggermente peltate,
largo 2-4 cm. Il cipresso origina dal Mediterraneo
orientale, ma è coltivato da molto tempo anche nell’Europa
occidentale mediterranea. In Italia è stato forse introdotto
dagli Etruschi. Caratterizza in modo inequivocabile il
paesaggio della Toscana e dell’Italia centrale.
Nell’antichità aveva forti significati sacrali e simbolici ed
era piantato nei pressi di templi o monumenti funerari. Il
cipresso è più volte citato da Virgilio che, nelle Bucoliche,
per rendere l’idea del predominio di Roma sulle altre città
della penisola, la paragona a un cipresso che si eleva sopra
i flessibili viburni. Oltre che per scopi ornamentali il
cipresso è utilizzato da tempi antichissimi come essenza da
legno, essendo questo estremamente aromatico, compatto,
non attaccato dai tarli, adatto a costruire mobili, travi,