Area di studio
L’Isola dell’Asinara è un luogo speciale. E’ diventata Parco Nazionale (d.p.r. del 3/10/2002) e Area Marina Protetta (d.m.a. del 13/08/2002) per la grande importanza naturalistica e storica. Fa parte, con la vicina Isola Piana, nella Rete Natura 2000 con il S.I.C. ITB010082 ‘Isola dell’Asinara’ e la Z.P.S. ITB010001 ‘Isola Asinara’.
Situata nell'estrema parte nord-occidentale della Sardegna, l'isola ha forma allungata in direzione sud-ovest/nord-est con costa a falesia nella parte occidentale e coste basse, con piccole insenature sabbiose nella parte orientale e con uno sviluppo costiero di circa 100 km. Ha una superficie di 51,92 km2, una lunghezza massima, in linea d’aria, di 17,5 km (da Punta Salippi a Punta dello Scorno), un’ampiezza massima di 6,5 km (da Punta Grabara a Punta Sabina) e un’ampiezza minima di circa 250 m (tra le due Cale di Scombro). L’Isola fa parte del Comune di Porto Torres (SS).
Il Parco Nazionale dell’Asinara.
L‘insediamento umano risale all’età prenuragica con le Domus de Janas di Campu Perdu, ma la prima vera colonizzazione si ha in epoca medioevale con la costruzione del monastero camaldolese a Sant’Andrea e del Castellaccio a Punta Maestra Fornelli. A quest‘ultimo si aggiunsero le torri di Trabuccato, Cala d’Oliva e Cala Arena.
Il Castellaccio.
Tra il 1600 e la fine del 1800 l‘Isola fu abitata da una comunità di pastori e pescatori. Nel 1885 la popolazione residente venne allontanata a seguito dell’istituzione del Primario Lazzaretto del Regno d‘Italia e della Colonia Penale Agricola. Durante la Prima Guerra Mondiale l’isola divenne campo di prigionia per migliaia di soldati dell’Impero Austro-Ungarico. La storia recente è caratterizzata dalla presenza di un supercarcere dove furono detenuti camorristi, brigatisti e mafiosi, dimesso nel 1997, anno in cui venne istituito il Parco Nazionale dell’Asinara.
Cala d’Oliva.
Il substrato geologico è prevalentemente di natura metamorfica di origine paleozoica, ma sono presenti degli affioramenti granitici nel settore centro-meridionale e nell'estremo settore nord-orientale e formazioni alluvionali e sedimentarie confinate in piccole aree. I rilievi principali sono Punta della Scomunica (408 m), Punta Maestra Serre (391 m) Punta Maestra di Fornelli (265 m). Il reticolo idrografico è scarso e a regime torrentizio, con un unico ruscello perenne, il Rio di Baddi Longa.
In accordo con la classificazione di Rivas-Martìnez & al. (2001), l'Isola ha un bioclima Oceanico Pluvistagionale Mediterraneaneo, del piano fitoclimatico superiore termo-Mediterraneano.
La lista floristica, basata su quella di Bocchieri (1988) e integrata da altre segnalazioni più recenti, comprende 701 taxa infragenerici. Per maggiori dettagli sulla strutturazione informatica del portale v. Martellos & Nimis (2015).
La vegetazione dell'Asinara è molto degradata, come conseguenza dell'intensiva attività umana: fuoco, sovrapascolamento, attività agricole intensive ed estensive per almeno 112 anni di presenza della colonia penale, più il successivo impatto del bestiame inselvatichito dopo la sua chiusura. Alcune comunità vegetali sono scomparse e lo stato di quelle presenti è stato compromesso. Tuttavia, la vegetazione dell’Asinara ospita ancora diverse comunità vegetali uniche a livello mondiale.
Il bosco è quasi ovunque scomparso, dominato dal leccio (Quercus ilex), sopravvive nei settori settentrionali dell’isola su rocce metamorfiche, tra 150-200 m. La macchia che sostituisce il bosco è costituita da Pistacia lentiscus e Cytisus laniger.
In base alla Direttiva 43/92 "Habitat" i boschi a leccio ricadono nell'habitat 9340.
Il residuo bosco di leccio di Elighe Mannu.
Altri arbusteti sono presenti sugli scisti paleozoici del settore meridionale dell’isola e sui graniti della porzione centrale, ove la vegetazione potenziale prevalente è rappresentata dalla comunità a ginepro fenicio e euforbia (Juniperus phoenicea e Euphorbia characias), che appare anche in altri settori dell'isola, in particolare nel tratto costiero entro 100 m dalla linea di costa. Le comunità più impoverite sono dominate dal lentisco (Pistacia lentiscus) e da Euphorbia dendroides.
Comunità a Olea europaea var. sylvestris e Euphorbia dendroides.
La gariga di sostituzione è rappresentata dalla comunità a Euphorbia pithyusa e Helichrysum su suoli più profondi, mentre sui suoli erosi del versante occidentale dell'isola sono presenti garighe a Centaurea horrida.
Gariga con Euphorbia pithyusa e Helichrysum.
L’ultimo stadio di degradazione è una comunità a Dactylis glomerata subsp. hispanica, Camphorosma monspeliaca, Catapodium balearicum, Filago tyrrhenica, Senecio leucanthemifolius e Nananthea perpusilla. Queste comunità erbacee sono importanti dal punto di vista biogeografico, per la presenza delle entità endemiche Nananthaea perpusilla e Filago tyrrhenica.
Nananthea perpusilla.
In base alla Direttiva 43/92 "Habitat" i ginepreti ricadono nell'habitat 5210, mentre quelli su sabbie (Cala Arena) individuano l'habitat prioritario 2250*; le garighe a Euphorbia pythyusa subsp. pythyusa, Helichrysum italicum e Centaurea horrida ricadono nell'habitat 5320, mentre gli arbusteti a Euphorbia dendroides in quello 5330; le formazioni erbacee mediterranee costituiscono l'habitat prioritario 6220*.
Le aree interne dell'isola, ad altitudini non superiori a 200 m, sono occupate da boscaglie con Olea europaea var. sylvestris e Asparagus albus, che costituiscono la vegetazione prevalente nella porzione meridionale (Castellaccio) e settentrionale (Cala d'Oliva) dell'Asinara. Le comunità meno ricche di specie sono arbusteti dominati da Cytisus laniger ed Euphorbia dendroides, garighe a Cistus monspeliensis, specie favorita dagli incendi, da praterie perenni a Dactylis hispanica e da comunità annuali di Tuberaria guttata.
In base alla Direttiva 43/92 "Habitat" i microboschi a olivastro ricadono nell'habitat 9320; gli arbusteti a Euphorbia dendroides ricadono nell'habitat 5330; infine le formazioni erbacee mediterranee costituiscono l'habitat prioritario 6220*.
Le formazioni a Euphorbia dendroides.
La vegetazione raggiunta dall’aerosol marino che si sviluppa nelle fessure delle rocce, ben rappresentata su tutte le coste dell’Asinara, è ascrivibile alle comunità a Crithmum maritimum e Limonium acutifolium subsp. acutifolium. Nelle aree più interne e più alte delle falesie è presente una gariga caratterizzata da cespugli a forma di pulvino, in particolare da Centaurea horrida.
Costa rocciosa a ovest di Campu Perdu.
Nelle radure con suolo nudo tra i pulvini sono presenti comunità annuali a dominanza di Filago tyrrhenica, specie endemica sardo-corsa. Dove invece è possibile un modesto ristagno idrico, si sviluppa una comunità a fioritura primaverile, dominata da Nananthea perpusilla, anch’essa specie endemica della Sardegna e della Corsica. In base alla Direttiva 43/92 "Habitat" la vegetazione casmofitica alofila identifica l'habitat 1240 mentre le garighe a Euphorbia pythyusa, Helichrysum italicum e Centaurea horrida ricadono nell'habitat 5320.
Gariga con Centaurea horrida (costa a ovest di Punta sa Nave).
La vegetazione dei litorali sabbiosi, distribuiti prevalentemente nella parte orientale dell’isola, è rappresentata dalla comunità annuali a Salsola kali e Cakile maritima e dalle associazioni di graminacee perenni Sporobolus virginicus e Ammophila arenaria, tra le quali è raramente presente una specie endemica sardo-corsa Silene succulenta subsp. corsica.
In base alla Direttiva 43/92 “Habitat” la comunità a Salsola kali e Cakile maritima ricade nell’habitat di interesse comunitario cod. 1210 (Vegetazione annua delle linee di deposito marine); le comunità a Senecio leucanthemifolius e Matthiola tricuspidata e a Hypecoum procumbens e Silene nummica ricadono nell’habitat 2230 (Dune con prati dei Malcolmietalia).
I litorali sabbiosi (Cala San Andrea).
Le depressioni retrodunali e peristagnali allagate nei mesi invernali, su substrato misto limoso-sabbioso sono occupate da comunità a limonio, endemica della Sardegna nord-occidentale, dominata da Limonium glomeratum, specie endemica della Sardegna e dall’endemica locale (Penisola di Stintino e Isola dell’Asinara) Limonium laetum. Su substrati sabbiosi umidi per gran parte dell’anno, ai margini degli stagni temporanei e nei fossi retrodunali sono presenti popolazioni di Juncus maritimus e piccoli arbusteti di Tamarix africana.
Tamerici (Tamarix africana) nello stagno retrodunale di Cala S. Andrea.
Nei corpi idrici, siano essi piccoli stagni stagionali, laghi artificiali, sorgenti, corsi d’acqua, crescono piante igrofile radicanti o natanti, come Callitriche stagnalis, Eleocharis palustris, Isolepis cernua, Agrostis stolonifera, Bellium bellidioides e Mentha pulegium.
Stagni temporanei in aspetto primaverile, con la fioritura di Ranunculus peltatus subsp. baudotii.
Stagni temporanei all’inizio dell’estate, già in fase di disseccamento con fioritura di Crassula tillaea.
Arbusteti a Vitex agnus-castus si rinvengono nel retroduna e lungo gli impluvi umidi, insieme a sporadici piccoli boschi di Ulmus minor (La Reale) o Populus alba (Cala d’Oliva).
In base alla Direttiva 43/92 “Habitat” alcune comunità ricadono nell’habitat prioritario 3170* (Stagni temporanei mediterranei). Le praterie perenni a Paspalum distichum identificano l’habitat 3280 (Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba), mentre i boschi a Populus alba e Ulmus minor inquadrano l’habitat 92A0 e i boschi subalofili a Tamarix sp. quello 92D0.
Sulle creste rocciose più elevate crescono popolazioni di Arenaria balearica e Cymbalaria aequitriloba, Selaginella denticulata, Anogramma leptophylla, Asplenium obovatum e Polypodium cambricum, comunità con un importante valore biogeografico.
Le colline più alte dell’isola viste da Punta della Scomunica.
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