Area di studio


Il Parco Naturale Dolomiti Friulane ha un estensione di quasi 37.000 ettari ed è inserito nel settore occidentale del comprensorio montuoso che sovrasta l'alta pianura friulana, racchiuso tra i corsi dei Fiumi Tagliamento e Piave. Il suo territorio è compreso tra due Province: quelle di Udine e Pordenone e interessa tre vallate principali: le alte valli del Tagliamento e dei torrenti Cellina e Meduna. I comuni su cui insiste il territorio del Parco sono otto: Andreis, Cimolais, Claut, Erto e Casso, Frisanco, Forni di Sopra, Forni di Sotto, Tramonti di Sopra. Il territorio del Parco è caratterizzato dalla presenza di un ambiente molto variegato, dovuto principalmente all’esposizione dei versanti, all’escursione altitudinale, alle varietà di forme geologiche, adatto ad ospitare una gran varietà di tipologie vegetazionali. Elevato è il grado di "wilderness" delle sue estese vallate che, prive di viabilità principale e di centri abitati, si addentrano tra vette e torrioni dolomitici. Di notevole importanza è la "biodiversità" (presenze floristiche e faunistiche estremamente varie), favorita dai notevoli dislivelli, dalla particolare posizione geografica e dal clima.
Il paesaggio predominante è quello caratteristico delle Prealpi orientali, con un graduale passaggio, da oriente verso occidente, da ambienti prettamente prealpini, ad ambienti tipicamente dolomitici. In generale, nel settore orientale (Val Meduna, Val Silisia, Val Colvera) i rilievi presentano una copertura vegetale fino alle zone sommitali della maggior parte dei rilievi. Nel settore occidentale (Val di Giere, Val Settimana, Val Cimoliana, Val Zemola, settore Fornese), le quote superano abbondantemente i limiti superiori della vegetazione e le zone sommitali si presentano quindi scoperte.

Val Zemola - Bedin (foto di Marianna Corona).

In particolare, le quote dei fondovalle variano dai 450-500 m slm nell’area più meridionale (Andreis) ai 600-700 m slm nella zona mediana (Claut, Cimolais) agli 800-900 m slm nel settore Fornese. Le quote massime vengono raggiunte nel gruppo della Cima dei Preti (2.703 m slm) situato tra la Val Cimoliana e la Valle del Piave. Altri rilievi importanti si trovano lungo la dorsale che separa queste due valli: Monte Duranno (2.652 m slm), Cima Laste (2.555 m slm), Cima Monfalcon di Montanaia (2.548 m slm), Monfalcon di Forni (2.453 m slm).

Val Cimoliana - Campanile di Val Montanaia (foto di Marianna Corona).

In tutto il territorio sono presenti morfologie glaciali e periglaciali (sezioni vallive a V, circhi glaciali e morene), morfologie create dall’azione dei corsi d’acqua (forre, marmitte di erosione, sottoescavazioni, massi e rocce levigati dall’acqua e dai materiali che questa trasporta, salti d’acqua e cascate, terrazzi fluviali e conoidi alluvionali), fenomeni carsici (concentrati maggiormente nelle aree del Monte Dosaip, del Monte Raut, in quella compresa tra il Monte Lodina e Cime Centenere e del Monte Naiarda) e morfologie di versante (nicchie di distacco e accumuli di frana, falde e coni detritici).
La vasta estensione e la complessità dei fenomeni geologici, che hanno determinato la morfologia del territorio, fanno sì che nel territorio del Parco siano stati censiti ben 12 geositi, catalogati dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
Sul territorio si riscontra infatti la presenza di habitat d’alta quota, quali ambienti rupicoli e di ghiaione, di boschi (lariceti, peccete, abetine, faggete, ecc.), di praterie, sia d’alta quota sia termofile, di brughiere, nonché habitat di ambiente umido, legati principalmente alla presenza dei fiumi alpini. Elevato è il grado di \”wilderness" delle sue estese vallate che, prive di viabilità principale e di centri abitati, si addentrano tra vette e torrioni dolomitici. Di notevole importanza è la "biodiversità" (presenze floristiche e faunistiche estremamente varie), favorita dai notevoli dislivelli, dalla particolare posizione geografica e dal clima.
Il territorio del Parco si contraddistingue per la presenza di numerose specie vegetali endemiche, sia a gravitazione più occidentale che a distribuzione orientale, strettamente correlata alle glaciazioni pleistoceniche ed in particolare a quella würmiana conclusasi circa 10.000 anni fa.
La notevole ricchezza floristica di tutto il comprensorio del Parco dipende soprattutto dall’occasione di rifugio e di sopravvivenza che è stata data da questi territori a numerose specie durante il periodo di espansione dei ghiacciai. Oltre quindi alla molteplicità di specie tipiche della fascia temperata, sopravvivono degli autentici endemismi, cioè organismi differenziatisi in loco in tempi lontani e rimasti oggi isolati in aree originarie e circoscritte. Tra questi evidenziamo: Arenaria huteri, Gentiana froelichii, Daphne blagayana e Spiraea decumbens.

Daphne blagayana-Archivio PNDF-Museo storia naturale Udine


Arenaria huteri A.Kern-Museo storia naturale Udine

Gli effetti delle glaciazioni furono sostanzialmente due: la scomparsa della flora termofila terziaria in quasi tutto il territorio e la separazione e isolamento geografico di specie pre-glaciali che si differenziarono dando luogo a nuove entità (per esempio le due sottospecie di Spiraea decumbens o di Gentiana froelichii), che insieme alle stirpi terziarie relitte (Festuca laxa, Arenaria huteri e Physoplexis comosa) costituiscono il paleoendemismo di questi territori.
Quando i ghiacciai iniziarono a ritirarsi, lasciarono liberi nuovi spazi fisici ed ecologici che vennero colonizzati rapidamente da specie fino a quel momento relegate ai margini del fronte glaciale; alcune di queste specie avevano evoluto nuovi genotipi, rappresentando così l’endemismo recente o neoendemismo, in molti casi ancor oggi in fase di differenziazione. Fra queste si possono citare Knautia ressmannii, Centaurea dichroantha e Papaver alpinum subsp. ernesti-mayeri.
Nel territorio del Parco attualmente sono state censite circa 1200 specie. Il territorio dell’area protetta costituisce un’area di rifugio per molte specie rare e minacciate, endemiche e non, molte delle quali soggette a specifiche norme di tutela. I dati relativi alla flora derivano da studi svolti dal Museo di Storia naturale di Udine e dalle indagini svolte per la redazione del Piano di gestione del SIC/ZPS IT 3310001 \”Dolomiti Friulane\”.


Partner/Partnerji: Università di Trieste, Dip. di Scienze della Vita (Lead Partner), Prirodoslovni Muzej Slovenije, Ljubljana, Univerza na Primorskem -Università del Litorale Koper/Capodistria, Università di Padova, Dip. di Biologia, Zavod Republike Slovenije za šolstvo Ljubljana, Comune di San Dorligo della Valle - Občina Dolina, Consorzio del Parco Regionale del Delta del Po Emilia Romagna, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente del Friuli Venezia Giulia (ARPA - FVG), Gruppo di Azione Locale Venezia Orientale (GAL Venezia Orientale - VEGAL), Triglavski Narodni Park, Univerza v Novi Gorici.

Progetto Strumenti interattivi per l’identificazione della biodiversità: un progetto educativo in un’area transfrontaliera (SiiT): finanziato nell’ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, dal Fondo europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali.

Projekt Interaktivna določevalna orodja za šole (SIIT): spoznavanje biotske pestrosti na čezmejnem območju sofinancirana v okviru Programa čezmejnega sodelovanja Slovenija-Italija 2007-2013 iz sredstev Evropskega sklada za regionalni razvoj in nacionalnih sredstev.


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