Da alcuni autori considerata l'ibrido naturale fra il cerro e la sughera, questa quercia si presenta però anche in aree in cui la sughera non è presente: è infatti diffusa in tutta Italia salvo che in Valle d'Aosta, Friuli Venezia Giulia e Sardegna. Nelle Marche viene indicata da Paolucci (1889-90) per la zona di Acquasanta, sui monti di S. Maroto presso Camerino, nella macchia di Bango presso Fabriano, a S. Donnino presso Arcevia e in Urbino. Cresce in querceti e boschi misti xerofili, con optimum nella fascia submediterranea. Nell'area di studio la specie è poco comune; nella Selva sono presenti pochi esemplari nella cerreta (Lonicero-Quercetum cerridis). Il nome generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricollegarsi alla radice indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza', ma anche con analoghi termini greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo genere. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio.

Nome italiano: (Italia).