Vittore Trevisan

Vittore Benedetto Antonio Trevisan, conte di Saint-Léon, nacque a Padova nel 1818. Il padre Benedetto era un nobile padovano mentre la madre, Maria Anna Correr, discendeva da un'importante famiglia di nobili veneziani.
Come d'uso all'epoca tra la nobiltà, egli ricevette la sua prima istruzione da un educatore privato e solo in seguito frequentò le scuole superiori e l'università a Padova, laureandosi in filosofia.
Fin dalla giovane età si interessò alla botanica, specializzandosi sulla flora crittogamica e divenendo uno dei più eminenti lichenologi italiani, tanto che durante la sua lunga attività scientifica giunse a descrivere 75 nuovi generi di licheni. Si distinse soprattutto per l'attenzione che dedicò agli aspetti nomenclaturali e tassonomici, arrivando anche a vivaci dispute con suoi contemporanei e in primis con il veronese Abramo Massalongo.
Produsse 141 pubblicazioni scientifiche aventi per oggetto, oltre che i licheni, anche funghi, alghe, batteri, piante vascolari, briofite e botanica generale. Tra i suoi lavori figura la Lichenotheca Veneta, una pubblicazione di exsiccata prodotta in più copie nel 1869 e comprendente 268 campioni di licheni.
Tra il 1851 e il 1853 fu professore di storia naturale e “fisica popolare” a Padova e nel 1882 venne nominato presidente dell'Accademia fisio-medica-statistica a Milano; fu inoltre socio di diversi sodalizi scientifici, insignito di numerose onorificenze e membro di commissioni scientifiche operanti in particolare nel campo della fitopatologia.
Trevisan giunse a formare uno degli erbari privati più ricchi del tempo, che rese sempre disponibile alla consultazione da parte degli studiosi. Il primo nucleo di questa sua vasta raccolta era costituito dall'erbario dell'abate Girolamo Romano, donatagli dal conte Nicola da Romano che lo aveva a sua volta ereditato; a questo si aggiunsero nel tempo altre collezioni private e singoli esemplari personalmente raccolti o cedutigli da illustri contemporanei. Alla sua morte, avvenuta a Milano nel 1897, l'erbario comprendeva oltre un milione di campioni e fu acquistato da Giovanni Battista de Toni per l'Istituto di Botanica dell'Università di Genova. Sfortunatamente, la collezione fu interamente distrutta in un incendio durante la Seconda Guerra Mondiale.