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Origine:
originario delle montagne dell’Arizona e del Messico.
Presente in Italia dal 1892.
Usi e curiosità:
in passato è stato utilizzato
spesso a scopo ornamentale per la formazione di alte siepi protettive,
impiego oggi meno frequente perché dopo alcuni anni di potatura dà
segni di seccume e sofferenza. E’ ancora molto frequente in parchi e
giardini nella forma arborescente. Nelle zone di origine le pigne
(galbuli) rimangono chiuse per molti anni, e si aprono liberando i semi
soltanto quando la pianta madre è stata colpita da shock termico
causato da un incendio, il che favorisce la disseminazione della pianta
in ambienti liberi dalla concorrenza di altre specie.
Descrizione:
albero
sempreverde alto fino a 15-20 m, con portamento colonnare o conico-
piramidale; scorza di aspetto fibroso che nelle piante mature si stacca in
piccole strisce. Foglie squamiformi, di colore verde-azzurro, appressate
a rametti angolosi disposti in tutti i sensi. Pianta monoica con coni
maschili terminali di colore giallo, coni femminili tondeggianti con
squame munite di una protuberanza centrale.
Etimologia:
il nome
generico deriva dal greco ‘kiparissos’ con riferimento a Kypros (Cipro)
isola nella quale il cipresso comune vive spontaneo. Il nome specifico
allude ad una delle zone di origine, l’Arizona.
Parchi:
Bologna.
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Foglie alterne. Fiori con petali
Tamarix gallica L.
Origine:
specie mediterraneo-atlantica con areale centrato sulle coste
del Mediterraneo occidentale.
Usi e curiosità:
visti i suoi habitat
costieri, è una pianta resistente alle inondazioni di acqua salmastra.
Viene coltivata sia per il consolidamento dei terreni sabbiosi che per
formare barriere frangivento in aree costiere. Grazie alla ricca e vistosa
fioritura viene utilizzata a scopo ornamentale. Il legno in passato era
utilizzato per la fabbricazione di pipe. Può vivere fino a 100 anni circa.
Descrizione:
piccolo albero alto fino a 6 m con fusti glabri, brevi e
sinuosi; rami lunghi, sottili e flessibili, talvolta penduli, con scorza
prima liscia e grigio-rosea ornata da lenticelle, poi bruno purpurea,
quindi grigio-bruna, rugosa e screpolata. Le foglie sono sempreverdi,
piccole, leggermente carnose, squamiformi ad apice acuto, di colore
verde-azzurro. I fiori, molto piccoli, hanno calice diviso in 5 lacinie
ovate; brattee lunghe 1/2 dei sepali , corolla lunga circa il doppio del
calice, con 5 petali caduchi di colore rosato; 5 stami con antere
rossicce; 3 carpelli ingrossati a clava nello stigma. I frutti sono piccole
capsule piramidali con pochi semi gialli e pelosi.
Etimologia:
il nome
generico pare provenire da quello del fiume pirenaico spagnolo
Tàmaris (o Tambro) o dai Tamarici, popolo dei Pirenei. Questi termini
sono però assonanti anche con l'arabo 'tamár (palma) e con l'ebraico
'tamaris' (scopa), ed in effetti un tempo i ramoscelli di questa pianta
venivano impiegati come ramazza. L'attributo specifico latino allude
alla sua presenza lungo le coste della Francia (Gallia).
Parchi:
Bologna.
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Arbusto. Squame delle pigne con un uncino apicale
Platycladus orientalis (L.) Franco
Origine:
specie endemica della Cina nordoccidentale dove vive in are
con clima secco e freddo, è stato introdotta in Europa verso la metà del
‘700; è l’unica specie del genere Platycladus ed un tempo veniva
inclusa nel genere Thuja.
Usi e curiosità:
in Oriente la specie viene
spesso chiamata ‘albero della vita’ per la sua longevità e viene
frequentemente piantata nei pressi dei templi; il legno viene utilizzato
per costruzioni e bruciato a mo’ di incenso. In Europa è ampiamente
utilizzata a scopo ornamentale grazie alla rapida crescita e la resistenza
all’inquinamento e ne sono stati selezionati numerosi cultivar.
Descrizione:
albero alto circa 15 m con scorza sottile di color rosso-
bruno. Ha foglie persistenti, opposte, squamiformi, lunghe 2-4 mm, di
colore verde intenso o verde-dorato, poco odorose, disposte su rametti