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Origine:
il tasso è un relitto dell'epoca Terziaria, ancor oggi diffuso
allo stato spontaneo in tutta Italia con optimum nella fascia montana,
ma solitamente raro (è più frequente come pianta ornamentale in parchi
e giardini); solo in poche regioni d'Italia esistono ancora boschi
dominati dal tasso, per esempio in Sardegna, ove mancando il faggio il
tasso si associava con l'agrifoglio nelle foreste montane più umide.
Usi
e curiosità:
tutta la pianta è molto velenosa (salvo l’arillo carnoso che
circonda il seme) per la presenza dell’alcaloide tassina. Da qui il nome
volgare ‘albero della morte’. È un albero molto apprezzato dal punto di
vista ornamentale, anche per la costruzione di siepi, poiché sopporta
bene le potature e resiste all’inquinamento. Ha legno duro, pesante ed
omogeneo. Può vivere fino a 2000 anni.
Descrizione:
albero alto fino a
20 m, a portamento piramidale; tronco con corteccia liscia e rossastra,
desquamantesi in scaglie; foglie aghiformi, appiattite, persistenti e
disposte in due serie opposte sui rami, lunghe 1-3 cm. Specie dioica con
fiori maschili riuniti in coni gialli all’ascella delle foglie e fiori
femminili isolati di colore verde. Seme a maturità parzialmente
circondato dall’arillo, un involucro carnoso rosso-vivo e di sapore
dolciastro che è l’unica parte non velenosa della pianta.
Etimologia:
il
nome generico deriva dal greco ‘taxos’, con significato di arco, par la
fabbricazione che veniva fatta col suo legno. Il nome della specie
‘baccata’ allude agli arilli rossi simili a delle bacche.
Parchi:
Bologna.
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Foglie disposte uniformemente attorno ai rami, con due strisce bianche di sotto. Con
numerosi semi riuniti in pigne legnose
Abies cephalonica Loudon
Origine:
cresce spontaneo sui monti calcarei della Grecia e del
Peloponneso sino al confine con l’Albania, in ambienti simili a quelli
occupati dall’abete bianco. A differenza di quest’ultimo però tollera
climi più aridi e secchi. Nelle zone originarie forma sia boschi misti
con castagni e querce che boschi puri in aree montagnose.
Usi e
curiosità:
attualmente in Italia è in uso a scopo prevalentemente
ornamentale, mentre in passato è stato purtroppo ampiamente utilizzato
anche per i rimboschimenti, dato che attecchisce bene anche in zone
aride in alternativa al pino nero.
Descrizione:
albero alto fino a 40 m,
con tronco colonnare e corona a palchi regolari. Foglie aghiformi,
lineari-appiattite, lunghe fino a 3.5 cm, solitarie e disposte tutt’attorno
ai rametti, verdi-scure di sopra, con 2 linee longitudinali bianche di
sotto, ad apice arrotondato. I fiori maschili sono riuniti nella parte
inferiore dei rami dell’anno precedente, quelli femminili sono disposti
in strobili eretti che a maturità si trasformano in pigne legnose erette,
lunghe 10-16 cm.
Etimologia:
il nome generico era già in uso presso i
Romani e forse deriva dal greco ‘abios’, ‘longevo’. Il nome specifico
allude a Cephalonia un’isola greca in cui è presente l’albero.
Parchi:
Arcobaleno, Bologna.
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Aghi singoli e disposti uniformemente sui rami
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Aghi disposti in gruppi di 2, o raggruppati su piccoli
rami laterali
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Aghi verde scuri. Coni globosi
Cryptomeria japonica (L. f.) D.Don