Page 15 - Belluno

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colore giallo, e quelli femminili, meno appariscenti, in amenti di colore
che varia dal verde al rosso. I semi sono racchiusi in pigne ovali-
coniche, solitarie o riunite in gruppi di 2-4, lunghe 5-8 cm.
Etimologia:
il nome generico deriva dal latino 'pix, picis' (pece, resina, essudato
della pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal celtico 'pen'
(testa) per la forma della chioma. Il nome specifico allude al colore
scuro della scorza e della chioma.
Parchi:
Bologna.
26
Foglie opposte
27
26
Foglie alterne
52
27
Piante lianose, rampicanti
28
27
Alberi o arbusti
30
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Foglie composte (divise in foglioline separate tra loro)
Clematis vitalba L.
Origine:
Specie europea presente in tutta Italia dal livello del mare sino
alle faggete termofile montane. Nelle boscaglie può formare intrichi
impenetrabili, soprattutto in foreste fresche ed umide.
Usi e curiosità:
pianta spesso associata all’edera, anche in ambienti urbani, debolmente
tossica in tutte le sue parti per la presenza di protoanemonina. In
passato veniva chiamata ‘erba dei cenciosi’ in quanto i mendicanti
erano soliti procurarsi irritazioni ed ulcerazioni con le sue foglie per
impietosire i passanti. In certe regioni d’Italia (ad es. in Friuli) i rami
legnosi venivano usati dai ragazzi come succedaneo delle sigarette (in
Friulano: ‘cincinis’), uso da sconsigliare assolutamente a causa della
loro tossicità.
Descrizione:
pianta lianosa lunga fino a 15 m con fusti
legnosi, volubili, a sezione stellata. Foglie caduche, opposte,
imparipennate, con 3-7 segmenti interi o lobati. Fiori bianchi, riuniti in
racemi, con 4 tepali liberi, pelosi, e numerosi stami. Frutto un achenio
con lunga appendice piumosa.
Etimologia:
il nome generico deriva dal
greco ‘klematis’, diminutivo di ‘klêma’, ‘tralcio di vite’, in riferimento
al portamento della pianta. Il nome specifico, ‘vitalba’, deriva dal latino
‘vitis alba’ ovvero ‘vite bianca’, per il colore dei fiori.
Parchi:
Basilisco, Bologna.
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Foglie semplici
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Foglie lobate. Fiori senza petali
Humulus lupulus L.
Origine:
il luppolo è una specie eurasiatico-nordamericana diffusa e
localmente comune in tutta Italia dalla costa ai fondovalle. Originaria di
boschi alluvionali periodicamente inondati, si è trasferita in siti ruderali
su suoli limoso-argillosi freschi e piuttosto profondi, ricchi in composti
azotati.
Usi e curiosità:
i fiori, sia femminili che maschili, sono
utilizzati nel processo della produzione della birra, a cui il luppolo
conferisce il tipico aroma. I getti giovani vengono utilizzati come gli
asparagi per condire risotti e frittate.
Descrizione:
è una pianta perenne
rampicante con fusti legnosi, striati e ramosi, alti da 3 a 7 metri , che si
avvinghiano con piccole spine uncinate a qualsiasi sostegno. Ha foglie
caduche, opposte (alterne nelle infiorescenze femminili), di forma
cuoriforme con 3-5 lobi seghettati e lungo picciolo; la pagina superiore
è ruvida al tatto mentre quella inferiore è ghiandoloso-resinosa. È una
pianta dioica con fiori unisessuali di colore verdognolo posti su
individui separati; i fiori maschili sono disposti in pannocchie pendule,
quelli femminili in infiorescenze coniche all’ascella delle foglie. I frutti
sono degli acheni di circa 3 mm., cinerini, subrotondi, avvolti dalle
brattee di consistenza cartacea con la superficie tappezzata da numerose
ghiandole secernenti una sostanza resinosa gialla dal caratteristico
odore.
Etimologia:
Il nome generico deriva da quello altogermanico
della pianta (Humel), utilizzata per la produzione della birra, quello
specifico è di significato incerto.
Parchi:
Basilisco.