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Foglie non lobate. Fiori con petali
Lonicera japonica Thunb.
Origine:
originaria dell’Asia orientale (Cina, Corea, Giappone),
presente in Italia dal 1820.
Usi e curiosità:
è stata introdotta come
pianta ornamentale, ma si è naturalizzata molto bene, e in alcuni
ambienti come siepi, boschetti e ruderi può essere anche invadente.
Descrizione:
pianta lianosa rampicante che può raggiungere i 5-6 m di
lunghezza; ha fusto flessibile di colore bruno verdastro che si avvinghia
ad alberi o arbusti. Le foglie, persistenti, sono opposte, semplici, di
colore verde scuro, con lamina ovata di 2-3 x 3-8 cm e margine intero e
peloso. I fiori sono imbutiformi, bilabiati, di colore bianco-giallastro,
molto profumati, disposti all’ascella delle foglie. Il frutto è una bacca
scura.
Etimologia:
il nome generico è dedicato al medico e botanico
Adam Lonitzer, vissuto nel XVI secolo. Il nome specifico allude ad uno
dei paesi di origine.
Parchi:
Bologna.
30
Foglie composte (divise in foglioline separate tra loro)
31
30
Foglie semplici
36
31
Foglie con 3 foglioline
Acer negundo L.
Origine:
America Nord-orientale, importata in Europa alla fine del
‘600.
Usi e curiosità:
pianta a rapido accrescimento, oggi molto
utilizzata a scopo ornamentale, con diversi cultivar, alcuni a foglie
variegate. Dalla linfa si può estrarre una sostanza zuccherina (sciroppo
d’acero). Vive circa 150 anni.
Descrizione:
albero caducifoglio dioico,
alto fino a 20 m. Foglie opposte, imparipennate con 3-5 (raramente 7)
foglioline lanceolato-ellittiche, irregolarmente dentato-lobate. Fiori
piccoli, i maschili riuniti in corimbi, i femminili in amenti sboccianti
prima dell’emissione delle foglie. Frutto a disamara (due frutti
accoppiati sullo stesso peduncolo), con ali formanti un angolo acuto.
Etimologia:
il nome generico deriva dal latino ‘acer’, ‘aguzzo’, in
quanto il legno di alcune specie europee, molto compatto ed elastico era
usato per la fabbricazione di lance. Il nome specifico ha etimologia
incerta: alcuni autori suggeriscono una derivazione da ‘negus’ inteso
come ‘indiano’.
Parchi:
Bologna.
31
Foglie con più di 3 foglioline
32
32
Foglie palmate
33
32
Foglie pennate
34
33
Fiori bianchi
Aesculus hippocastanum L.
Origine:
originario dell’Europa orientale, si spinge dai Balcani al
Caucaso.
Usi e curiosità:
L'ippocastano è un albero ornamentale di
origine balcanico-asiatica introdotto da Clusius nei giardini imperiali di
Vienna nel 1576 e poi diffuso in tutto l'Impero, per cui oggi è comune
nell'Italia nord-orientale. Le alberature sono oggi attaccate da un
lepidottero (Cameraria ohridella) che causa il precoce appassimento
delle foglie. I semi contengono saponine e servivano a produrre sapone
in tempo di guerra.
Descrizione:
albero caducifoglio alto fino a 25 m.
Foglie opposte, palmato-composte, con 7 segmenti oblanceolati, a
margine doppiamente ed irregolarmente seghettato ed apice acuminato.
Fiori a simmetria bilaterale, bianchi con una chiazza gialla o rossa al
centro, disposti in racemi piramidali eretti. Il frutto è una capsula
spinosa simile al riccio di una castagna, che contiene da 1 a 3 semi
anch’essi simili a castagne.
Etimologia:
il nome generico era già in uso
presso i Romani che però con esso designavano una quercia. Il nome
specifico deriva dal greco ‘hippos’, ‘cavallo’, e ‘kastano’, ‘castagna’,
appunto per l’aspetto dei frutti, utilizzati in Oriente come alimento per i