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Origine:
il genere Calycanthus è endemico dell’America settentrionale,
dove è presente con due specie piuttosto simili, entrambe importate in
Europa a scopo ornamentale: C. occidentalis (nella parte occidentale
del continente) e C. floridus (nella parte orientale).
Usi e curiosità:
arbusto che resiste bene alle gelate invernali. In Europa è
principalmente utilizzato a scopo ornamentale in parchi e giardini.
Pianta rustica, resistente al freddo, predilige terreno fresco e leggero,
poco calcareo, esposizioni soleggiate, al riparo dal gelo. Nei luoghi
d'origine, i frutti venivano in passato utilizzati come veleno per lupi,
volpi, ecc. La scorza, invece, veniva impiegata come aromatizzante e
nella preparazione di liquori da dessert.
Descrizione:
arbusto alti sino a
5 m. Foglie decidue, intere, opposte, lunghe dai 5 ai 15 cm, piuttosto
odorose se sfregate tra le dita. I fiori sono larghi 4-7 cm, con molti
tepali di colore rosso scuro disposti a spirale emananti un forte odore di
aceto. Gli stami sono numerosi (10-30), con antere bianche; l'ovario è
costituito da numerosi carpelli inseriti nel ricettacolo cavo. Il frutto è
compresso, indeiscente, formato da acheni avvolti dal ricettacolo
carnoso e ipertrofico, simile ad una capsula.
Etimologia:
il nome
generico deriva dal greco ‘kàlix’, ‘calice’ e ‘ànthos’, ‘fiore’, per il
calice petaloide e colorato; il nome specifico allude alla distribuzione
occidentale in Nord America rispetto a quella orientale di C. floridus.
Parchi:
Arcobaleno.
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Foglie quasi inodori. Fiori non rosso-vinosi
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Nervature laterali della foglia convergenti verso l’apice.
Frutto ovale, rosso
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Nervature laterali non convergenti verso l’apice. Frutto
globoso, blu-nero
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Fiori non circondati da brattee simili a petali, formantisi prima della foglie
Cornus mas L.
Origine:
Il corniolo è una specie pontico-mediterranea-orientale
presente allo stato spontaneo in tutta l'Italia continentale con optimum
nella fascia submediterranea. Cresce nei boschi termofili a carpino nero
e roverella, nei loro mantelli e nelle siepi, su suoli non molto profondi,
sia calcarei che arenacei.
Usi e curiosità:
pianta molto resistente sia a
parassiti che a malattie. I frutti possono essere consumati freschi oppure
utilizzati nella preparazione di marmellate. Il legno, assai duro, si presta
alla costruzione di piccoli utensili come pestelli da mortaio, ingranaggi
dei mulini, etc.; gli antichi Romani lo impiegavano per la fabbricazione
delle aste dei giavellotti.
Descrizione:
arbusto o piccolo albero alto fino
a 5-8 metri. Ha foglie caduche, opposte, semplici, ovali-ellittiche con
margine intero, lunghe 4-10 cm; la pagina superiore è verde-scura,
quella inferiore è più chiara con peli più fitti. I fiori, ermafroditi, sono
gialli con 4 piccoli petali e si sviluppano prima delle foglie. I frutti sono
drupe ovali di colore prima verde poi rosso vivace a maturità.
Etimologia:
Il nome generico deriva dalla radice indoeuropea 'kar'
(duro), da cui anche il latino 'cornus' (corno), ed allude alla durezza del
legno; il nome specifico, che in latino significa 'maschile', quindi 'forte',
'robusto', fu usato per contrapporlo a Cornus sanguinea, chiamato da
Plinio 'Cornus femina'.
Parchi:
Arcobaleno, Bologna.
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Fiori circondati da brattee simili a petali di colore da bianco a viola, formantisi dopo
le foglie
Cornus florida L.