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Origine:
specie di origine nordamericana, introdotta a Parigi dal
Canada nel 1601 e poi diffusasi ampiamente con tendenza
submediterraneo-continentale. In Italia è comunissima dalla costa alla
fascia montana inferiore. Cresce sempre in ambienti disturbati come
scarpate, margini stradali, boschetti presso gli abitati e le linee
ferroviarie, su suoli argillosi da freschi a subaridi.
Usi e curiosità:
i
semi, la scorza e le radici contengono sostanze tossiche; tuttavia le api
ne bottinano i fiori e producono miele di ottima qualità, che si mantiene
fluido senza cristallizzare. Un’usanza popolare è friggere i fiori come
quelli delle zucchine. La pianta è molto rustica e a rapido
accrescimento, tendendo a soppiantare la vegetazione locale (pianta
invasiva). Ha legno molto resistente alle intemperie, utilizzato per
palerie e come combustibile. Può vivere fino a 500 anni.
Descrizione:
albero alto fino a 20-25 m, con rami originanti una chioma folta ed
irregolarmente allargata. Le foglie sono alterne, lunghe fino a 30 cm,
caduche, composte, imparipennate, costituite da 13-15 foglioline
ellittiche ad apice arrotondato e margine intero. Le stipole sono
metamorfosate in spine, più abbondanti negli esemplari giovani. I fiori,
ermafroditi, bianchi e molto profumati, sono raccolti a 10-25 in racemi
penduli lunghi fino a 25 cm. I frutti sono dei legumi sessili, coriacei,
lisci, lunghi circa 20 cm, di colore bruno.
Etimologia:
il genere è
dedicato a Jean Robin (1550-1629), erborista di re Enrico IV di
Francia, nel cui giardino introdusse il primo esemplare d'Europa nel
1601, il nome specifico significa 'falsa acacia' (dal greco ‘akis’, spina).
Parchi:
Arcobaleno.
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Margine delle foglie dentato. Fiori a simmetria raggiata. Frutto carnoso
Rosa spp.
Origine:
genere diffuso in quasi tutto il globo.
Usi e curiosità:
le rose
spontanee, da cui sono derivate le rose coltivate, si sono sviluppate
nelle regioni dell'emisfero boreale e hanno fiori con 5 petali. Le più
importanti fra le rose antiche da giardino hanno avuto origine da Rosa
gallica L. (l'unica fra le rose antiche con petali rossi), Rosa phoenicea
Boiss., Rosa canina L., e altre entità comunemente riunite sotto il nome
di Rosa moschata s.l. L'introduzione di R. chinensis Jacq. in Inghilterra,
verso la fine del 1700, ha determinato una totale rivoluzione nella
coltivazione delle rose, tanto che il 1800 può essere considerato la linea
di demarcazione fra le rose antiche da giardino e quelle moderne.
Dall'ibridazione delle rose cinesi con R. gallica, R. damascena, R. alba
e R. moschata sono derivate le rose moderne da giardino, che
presentano il fenomeno della rifiorenza (legata ad un gene recessivo
introdotto nelle rose moderne dalle rose cinesi). In particolare, le Rose
Tè (rose con il profumo di tè) hanno concorso alla produzione di una
vasta gamma di colori.
Descrizione:
arbusti spinosi alti 1-5 m, a volte
con portamento strisciante o rampicante. Hanno fusti spinosi e foglie
generalmente caduche, alterne, composte da 5-15 foglioline ovali-
ellittiche con margine dentato. I fiori, che nelle forme selvatiche hanno
5 petali, numerosissimi stami e numerosi carpelli liberi, spesso
presentano numerosi petali nelle forme coltivate; possono essere singoli
o a gruppi di 2-3 e hanno una colorazione variabilissima a seconda
delle specie e dei cultivar. I frutti sono degli acheni racchiusi in un falso
frutto originante dall’ingrossamento del ricettacolo, di colore variabile
da rosso a nero.
Etimologia:
il nome generico deriva dal latino ‘rosa’,
dal greco ‘rodon’, con identico significato.
Parchi:
Basilisco, Bologna.
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Foglie con 3 foglioline
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Foglie con più di 3 foglioline
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Foglioline più strette di 2 cm. Fiori a simmetria raggiata. Frutto a capsula
Jasminum fruticans L.