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Origine:
specie del Mediterraneo orientale, in Italia presente allo stato
subspontaneo soltanto in alcune regioni del meridione ed in Liguria.
Usi e curiosità:
pianta ampiamente coltivata come ornamentale per il
bel colore dei fiori. Utilizzata per adornare parchi e giardini.
Descrizione:
arbusto alto 5-15 dm. Ha foglie persistenti, un po’carnose,
alterne, composte da tre foglioline ovate leggermente lanceolate con
margine intero e zona apicale arrotondata. I fiori sono gialli ed inodori,
solitari o riuniti in mazzetti terminali di 3. I frutti sono delle drupe nere.
Etimologia:
il nome generico deriva dalla parola araba ‘jasmin’,
‘bianco’, in riferimento al colore dei fiori del gelsomino comune. Il
nome specifico ricorda l’aspetto della pianta in quanto pianta
‘fruticosa’, cioè arbustiva, a differenza di altre specie che hanno
portamento lianoso.
Parchi:
Basilisco.
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Foglioline più larghe di 2 cm. Fiori a simmetria
bilaterale. Frutto legume
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Ramoscelli e legume maturo glabri
Laburnum anagyroides Medik. subsp. anagyroides
Origine:
il maggiociondolo è una specie sudeuropea presente in tutta
l'Italia continentale salvo forse che in Val d'Aosta al di sotto della
fascia montana, con optimum nella fascia submediterranea. Cresce in
boschetti presso gli abitati su suoli argillosi umiferi e ricchi in basi.
Usi
e curiosità:
tutta la pianta, soprattutto semi e foglie, produce un
alcaloide tossico (neurotossina), la citisina, che paralizza i centri
nervosi provocando avvelenamenti anche mortali. La pianta è spesso
usata a scopo ornamentale. Il legno si conserva molto bene e trova uso
nella paleria, ma anche per lavori al tornio e pavimenti. È una specie
poco longeva (50-70 anni).
Descrizione:
alberello di 5-10 m con scorza
verde-marrone, liscia. Foglie caduche, alterne, con 3 segmenti ellittici a
margine intero, la pagina superiore è glabra, quella inferiore è pelosa e
verde-argentata. Fiori numerosi, odorosi, in abbondanti racemi densi
penduli lunghi circa 30 cm, portanti singoli fiori giallo-dorati su
peduncoli lunghi circa quanto la corolla. I frutti sono legumi piatti, di
norma pelosi almeno da giovani, senza ala ristretta al margine dorsale.
Etimologia:
Il nome generico era già in uso ai tempi dei Romani per
una pianta simile. Il nome specifico significa 'simile ad un Anagyris'
(un'altra fabacea).
Parchi:
Basilisco.
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Ramoscelli con fitta peluria grigio-verde. Legume con fitta peluria, quelli maturi
diventano più o meno glabri
Laburnum alpinum (Mill.) Bercht. & J. Presl
Origine:
specie delle montagne dell'Europa meridionale presente allo
stato spontaneo in tutta l'Italia continentale salvo forse che in Lazio,
con optimum nella fascia montana. Cresce in boschi di latifoglie,
soprattutto faggete, ma riesce a vegetare anche lungo canaloni percorsi
da valanghe grazie alla sua alta capacità di produrre polloni.
Usi e
curiosità:
tutta la pianta, soprattutto semi e foglie, produce un alcaloide
tossico (neurotossina), la citisina, che paralizza i centri nervosi
provocando avvelenamenti anche mortali. Il legno si conserva molto
bene e trova uso nella paleria, ma viene usato anche per lavori al tornio
e per pavimenti. È una specie poco longeva (50-70 anni).
Descrizione:
alberello alto sino a 7 m, con scorza verde o bruno-verdastra, liscia, con
annulature trasversali e numerose lenticelle subrotonde. Foglie
caduche, alterne, composte, con 3 foglioline ellittiche; la pagina
superiore è di colore verde vivo, quella inferiore più chiara; le foglie
differiscono da quelle di L. anagyroides per il fitto tomento. Fiori
numerosi, odorosi, in abbondanti racemi densi penduli lunghi circa 30
cm, portanti singoli fiori giallo-dorati su peduncoli pelosi lunghi circa
quanto la corolla; calice glabro e corolla di 13-15 mm, di regola priva
di macule rossastre al centro del vessillo. I frutti sono legumi piatti e di