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Origine:
specie sudeuropea presente in tutta Italia salvo che in Valle
d'Aosta con optimum nella fascia submediterranea. Cresce in boschi di
latifoglie decidue piuttosto maturi, su suoli limoso-argillosi, da neutri a
subacidi, umiferi.
Usi e curiosità:
si ritiene che i frutti, dal gusto acido,
possiedano proprietà curative (contengono acidi organici e acido malico
in particolare), infatti un tempo venivano usati per la cura delle coliche.
Il legno, di ottima qualità, è ben lavorabile e lucidabile, ricercato per la
fabbricazione di strumenti musicali. Può vivere fino a 100 anni.
Descrizione:
albero che raggiunge i 20-25 m d’altezza, con tronco
diritto e chioma ampia e globosa; scorza lucida e liscia da giovane, poi
sfaldatesi a piccole scaglie, bruno-scura. Ha foglie caduche, semplici,
alterne, con 3-5 paia di lobi appuntiti e dentellati e picciolo lungo 2-5
cm; la pagina superiore è verde scuro lucente, quella inferiore verde
giallastra. Fiori bianchi, riuniti in corimbi. I frutti sono pomi marroni
poco più grandi di un 1 cm, punteggiati e arrotondati. Etimologia il
nome generico, già in uso presso i Romani, potrebbe derivare da due
termini celtici che significano 'aspro' e 'mela'. Il nome specifico deriva
dal termine latino ‘tormina’ che indica la colica, curata con le bacche
molto astringenti.
Parchi:
Basilisco.
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Alberi. Fiori senza petali. Frutto secco (ghianda)
Quercus robur L. subsp. robur
Origine:
la farnia è un albero dell'Europa centro-meridionale presente
in tutta l'Italia continentale con optimum nella fascia submediterranea.
Cresce in boschi planiziali, su terreni profondi e molto freschi.
Usi e
curiosità:
la farnia è coltivata per rimboschimenti e per il legname
molto pregiato e utilizzato per travi, costruzioni navali, mobili, scale,
parquet, botti. Con il termine ’rovere di Slavonia’, il legno di farnia è
utilizzato per costruire doghe delle botti destinate all’invecchiamento di
vini pregiati e cognac. Un tempo le ghiande erano largamente usate per
l’alimentazione dei maiali. È una pianta a crescita molto ma molto
longeva; si conoscono esemplari di circa 1000 anni.
Descrizione:
albero con chioma grande, piuttosto irregolare e apice arrotondato, alto
sino a 30-40 m. Il tronco è diritto, ramificato nella parte medio-alta; la
scorza è grigiastra, profondamente incisa longitudinalmente, con spesse
costolature. Le foglie sono alterne, caduche, lunghe 8-15 cm, di forma
obovata con margine lobato, con picciolo brevissimo (al massimo 7
mm). Le infiorescenze maschili sono amenti penduli lunghi 2-4 cm di
colore verde giallastro. I fiori femminili sono raggruppati a 1-5 in
spighe lungamente peduncolate. La fioritura si ha a fine aprile-maggio.
Il frutto è una ghianda lunga 2-4 cm, avvolta per 1/3 da una cupola
coperta da squame appressate; a differenza della rovere le ghiande
hanno lunghi peduncoli.
Etimologia:
il nome generico, già in uso
presso gli antichi, è di etimologia incerta, quello specifico è un termine
latino che significa 'duro', 'resistente', 'robusto'.
Parchi:
Arcobaleno.
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Piante spinose (con spine sulle foglie o sui rami)
70
69
Pianta non spinosa
71
70
Spine limitate al margine delle foglie. Fiori bianchi
Ilex aquifolium L.
Origine:
Specie subatlantica presente in Europa ed Asia Minore,
diffusa in tutta Italia in boschi misti mesofili, con optimum nella fascia
montana, ma ormai piuttosto rara allo stato spontaneo.
Usi e curiosità:
l'agrifoglio è una pianta considerata magica fin da prima dell'avvento
del Natale cristiano, si dice che proteggesse dai demoni e portasse
fortuna. I suoi primi utilizzi risalgono in Irlanda dove anche le famiglie
più povere potevano permettersi di utilizzarlo per decorare le loro
abitazioni. Oggi viene utilizzato esclusivamente coma pianta
ornamentale, da cui sono state ricavate numerosi cultivar, alcuni con
foglie variegate. Può vivere circa 300 anni. Le foglie e soprattutto i