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Fiori bianchi. Fiori e frutti non disposti in lunghi racemi
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Foglie più brevi di 8 cm, picciolo più breve di 1 cm
Prunus cerasifera Ehrh.
Origine:
specie
originaria
dell'Asia
occidentale,
diffusa
successivamente dalla coltura quale arbusto ornamentale per le sue
precoci fioriture e come pianta da frutto.
Usi e curiosità:
il mirabolano,
originario dell’Asia occidentale, fu introdotto già dai Romani che ne
apprezzavano i frutti. Si è ampiamente spontaneizzato divenendo in
qualche caso un arbusto invadente. In Italia è utilizzato come
portainnesto per altre specie di Prunus da frutto. Viene impiegato anche
a scopo ornamentale lungo le strade o nei giardini, soprattutto nelle
varietà a foglie arrossate. Può vivere fino a 80 anni.
Descrizione:
arbusto o alberello alto fino a 7 m con chioma globosa, tronco eretto,
sinuoso, ramificato fin dal terreno, rami a volte induriti e spinosi
all’apice, scorza di colore rosso-brunastro, fessurata negli esemplari
adulti. Le foglie sono alterne, obovate o ellittiche, lunghe 6-7 cm, di
colore verde di sopra, più chiare e glabre di sotto. I fiori sono bianchi,
larghi 2-2,5 centimetri, portati da peduncoli di circa 1 cm. Il frutto è
una drupa sferica larga 2-3 cm, giallo-verdastra o rossa a maturità, con
mesocarpo sempre giallo. I frutti sono eduli, dalla polpa acidula e
succosa
Etimologia:
il nome generico era già in uso presso i Romani,
quello specifico allude alla somiglianza dei frutti con quelli del ciliegio
(‘cerasus’, nome dato dai romani all'amarena e che deriva da Cerasunte,
località presso il Mar Nero).
Parchi:
Arcobaleno – Basilisco.
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Foglie più lunghe di 8 cm, picciolo più lungo di 1 cm
Prunus avium L. subsp. avium
Origine:
allo stato coltivato il ciliegio è comune in tutta Italia sino alla
fascia montana inferiore; allo stato subspontaneo è diffuso ma non
comune, in boschi mesofili maturi e talvolta nelle siepi, su suoli
argillosi piuttosto profondi e abbastanza ricchi in composti azotati.
L'areale originario dovrebbe essere il territorio che va dal Caucaso ai
Balcani; l'ingentilimento e la messa a coltura sono iniziati nell'Asia
occidentale.
Usi e curiosità:
coltivato in tutta Italia per le diverse
varietà di frutto e per il legno pregiato di colore rossastro utilizzato per
la fabbricazione di mobili di lusso. Le foglie contengono una sostanza
colorante viola. Vive tra gli 80 e i 120 anni.
Descrizione:
albero alto
fino a 15–20 m, con scorza liscia, lucida, di colore grigio o rosso scuro,
che tende a distaccarsi in strisce orizzontali. Foglie pendule, alterne,
provviste di lungo picciolo (2-4 cm) con 2-4 ghiandole rosse nel punto
di attacco; lamina ovato–oblunga, a margine doppiamente dentellato,
con pagina inferiore sparsamente pelosa. Infiorescenza in ombrelle, con
fiori bianchi muniti di 5 petali liberi. Il frutto è una drupa di colore
rosso scuro (1–3 cm).
Etimologia:
il nome generico era già in uso
presso i Romani, quello specifico in latino significa ‘degli uccelli’.
Parchi:
Basilisco, Bologna.
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Picciolo più breve di 1 cm
Mespilus germanica L.
Origine:
il nespolo comune è una specie sudeuropeo-pontica (Europa
sudorientale, Asia occidentale) presente allo stato spontaneo in tutta
Italia salvo che in Calabria, con optimum nella fascia submediterranea,
ma di dubbio indigenato: è stata ampiamente coltivata sin dall'antichità
ed oggi è probabilmente inselvatichita nei boschi di latifoglie su suoli
subacidi (castagneti, querceti).
Usi e curiosità:
i frutti sono
commestibili e ricchi di vitamina C; di solito le nespole vengono
raccolte dopo la prima gelata autunnale, vengono fatte appassire al
fresco e al buio finché la buccia diventa marrone e la polpa da aspra
diviene dolce. Il legno, molto duro, è usato per lavori al tornio. Scorza e
foglie sono ricche di tannino e si usavano per la concia o come