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astringenti. Vive 50-80 anni.
Descrizione:
arbusto o piccolo albero alto
sino a 6 m, con rami giovani pubescenti e tronco con scorza bruno-
grigia sfaldantesi a placche negli esemplari adulti. Foglie caduche,
alterne, semplici, ellittico-lanceolate, a margine intero, brevemente
picciolate o subsessili; la pagina superiore è verde scura, appena
pubescente, quella inferiore è tomentosa. I fiori, ermafroditi, sono
solitari o a coppie, con 5 sepali e 5 petali liberi, bianchi, 30-40 stami
con antere rossastre, 5 stili ed ovario infero. I frutti, detti nespole, sono
pomi (falsi frutti) subglobosi di colore brunastro, pelosi, sormontati dai
resti del calice.
Etimologia:
il nome generico era già utilizzato dai
Romani, quello specifico allude all’alta frequenza in Germania.
Parchi:
Basilisco, Bologna.
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Picciolo più lungo di 1 cm
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Piccolo arbusto. Petali nastriformi. Frutto con diametro minore di 1,5 cm
Amelanchier spicata (Lam.) K. Koch
Origine:
pianta originaria del Nord America.
Usi e curiosità:
si tratta
di un arbusto importato in Europa per uso strettamente ornamentale.
Descrizione:
arbusto che raggiunge i 5 m d’altezza. Foglie caduche,
alterne, semplici, di forma ovata a margine seghettato ed apice
arrotondato o concavo, lunghe sino a 5 cm. I fiori, con 5 petali
nastriformi bianchi e liberi, sono raccolti in racemi allungati all’apice
dei rami. I frutti sono dei piccoli pomi di colore prima verde poi rosso
ed infine blu-viola a maturità.
Etimologia:
il nome generico è di
derivazione francese (Savoia e Provenza sud-orientale), dove è usato
per indicare il nespolo; ha preso origine da un’erronea separazione
dell’articolo da ‘la mélanche’ a ‘l’amélanche’, con l’aggiunta del
suffisso ‘–ier’. Il nome specifico, ‘spicata’, allude all’infiorescenza
stretta, simile ad una spiga.
Parchi:
Basilisco.
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Albero. Petali non nastriformi. Frutto con diametro
maggiore di 1,5 cm
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Foglie lucide, glabre sotto. Antere rosse. Stili liberi. Frutti delle pere
Pyrus communis L.
Origine:
il pero comune deriva forse da incroci fra il pero selvatico
europeo ed un pero dell'Asia Occidentale (P. communis subsp.
caucasica). Ampiamente coltivato in tutta Italia sino alla fascia
montana, è sporadicamente rinselvatichito nelle siepi che delimitano
antiche proprietà. Le forme selvatiche - che secondo alcuni autori non
meritano nemmeno il rango infraspecifico - crescono su suoli argillosi
freschi, sciolti, ricchi in basi.
Usi e curiosità:
pianta abbastanza rustica
che si adatta bene a tutti i tipi di terreno. Predilige posizioni soleggiate.
La potatura viene effettuata solo per migliorare la produttività, mentre
non influisce sull’estetica. Il legno, pesante, duro e compatto, viene
usato nella costruzione di oggetti di precisione come righelli o squadre.
La coltivazione a scopo alimentare risale a tempi antichissimi. Fu citato
da Omero, mentre nelle Bucoliche, Virgilio sprona Melibeo a innestare
i peri, dimostrando l’uso consolidato di questa pratica. Può vivere circa
200 anni.
Descrizione:
piccolo albero che eccezionalmente raggiunge i
15 m; la chioma è conica e più o meno espansa, il tronco è eretto con
rami non spinescenti, a differenza delle forme selvatiche, la scorza è
grigio-brunastra e si fessura in scaglie quadrate. Le foglie, alterne, dal
picciolo lungo fino a 7 cm, sono lunghe 3-7 cm, da ovate a ellittiche,
lucide e verdi scure di sopra, più chiare di sotto, con margine
leggermente seghettato. I fiori, bianco candidi con antere rosso-
porpora, sono disposti in corimbi di 7-10. Il frutto è un pomo di forma
allungata con dimensioni variabili da 5-6 fino a 16-18 cm. La polpa
contiene piccoli granelli duri costituiti da cellule chiamate sclereidi,
molto più abbondanti nelle specie selvatiche.
Etimologia:
il nome
generico deriva dal greco ‘pyr, pyròs’, ‘fuoco, del fuoco’ per la forma