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Dalle uova, dopo un periodo che si può prolungare in
alcune specie sino a 15 mesi, schiudono piccoli
completamente formati. In alcune specie vivipare
aplacentate possono essere presenti fenomeni di
oofagia e
adelfofagia
. Nel primo caso, documentato nello squalo
bianco e nello squalo volpe, gli embrioni sviluppano una
dentizione precoce che consente loro di nutrirsi delle uova
non fecondate. Nell’adelfofagia, descritta nello squalo toro,
l’embrione di maggiori dimensioni si nutre di quelli più
piccoli.
Tra gli Elasmobranchi, al di là della sistematica più aggiornata, si possono distinguere due
principali tipi morfologici : pleurotremata e ipotremata. I pleurotremata (squali) hanno corpo
affusolato, fessure branchiali sui lati del capo e margini delle pinne pettorali liberi; mentre gli
ipotremata o batoidei (razze, torpedini, trigoni, aquile di mare) hanno corpo appiattito dorso
ventralmente (depresso), fessure branchiali in posizione ventrale e margine anteriore delle pinne
pettorali saldato alla testa a formare un vero e proprio disco (raiformi). I pleurotremata utilizzano
per il nuoto ondulazioni del corpo o solo della pinna caudale, mentre i batoidei sfruttano per
muoversi le ondulazioni delle pinne pettorali. La maggior parte degli ipotremata tende a vivere in
prossimità del fondale o infossata, di conseguenza la bocca rimane sempre a stretto contatto con il
substrato. Per evitare che la circolazione dell’acqua porti alle branchie materiale del fondale,
intasandole, in queste specie, l’acqua viene introdotta non dalla bocca ma attraverso lo
spiracolo
,
un’apertura situata posteriormente all’occhio e ben visibile in tutti gli elasmobranchi. Fra i
pleurotremata sono presenti sia specie tipicamente pelagiche, sia specie bentoniche. Per contrastare
l’affondamento, gli elasmobranchi pelagici presentano una elevata quantità di lipidi (grassi come lo
squalene) a basso peso specifico nel fegato, che alleggerisce il peso dell’animale.
La chiave proposta prende in esame le specie che frequentano, anche saltuariamente, la Laguna di
Venezia e, tra i Condroitti, solo una specie di aquila di mare è stata rilevata con certezza in acque
lagunari.
O
STEITTI
Gli Osteitti comprendono i pesci, caratterizzati da un’ossificazione più o meno completa dello
scheletro (dal greco
osteos
= osso e
ichthyos
= pesce) e dalla presenza di un opercolo, sostenuto da
ossa, che copre le fessure branchiali. All’interno degli Osteitti, i Teleostei rappresentano
sicuramente il gruppo più numeroso. Hanno generalmente una coda omocerca, ovvero simmetrica
rispetto alla linea mediana, e il corpo è spesso ricoperto da scaglie di tipo cicloide (con il margine
arrotondato) o ctenoide (con il margine provvisto di dentelli) (vedi glossario).
Le pinne possono
presentare diverse variazioni nel numero e nella forma
. Le pinne dorsali e anali possono essere
in numero diverso o essere fuse con la pinna caudale in un’unica pinna che corre lungo i margini
dorsale e ventrale del corpo, come negli anguilliformi. Le pinne dorsale ed anale spesso presentano
i primi raggi spinosi, mentre quelli posteriori sono molli. La pinna caudale può avere diverse forme:
arrotondata, tronca, smarginata, a semiluna, forcuta, appuntita. Le pinne ventrali, o pelviche,
possono mancare, essere fuse in un disco adesivo, o portate in diverse posizioni: partendo dalla
parte posteriore possono essere addominali, toraciche o giugulari. Le pinne pettorali possono essere
più o meno estese e presentare dei raggi irrobustiti e liberi, non uniti agli altri tramite membrana,
utilizzati per la locomozione sul fondo, come nel caso delle gallinelle. L’opercolo e il pre-opercolo
possono presentare spine o dentelli.
Uova di razza
(Foto: Emilio Riginella)
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