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Foglie con odore di alloro se sfregate tra le dita
Laurus nobilis L.
L'alloro è un albero mediterraneo-atlantico, di antica introduzione in
Italia settentrionale, ove anche grazie ai merli che ne diffondono i
semi è diffuso anche allo stato subspontaneo. È presente in tutta Italia
(in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia
Giulia come avventizia), dal livello del mare agli 800 m circa. Cresce
in stazioni soleggiate nella zona dell'olivo; con l'edera ed il pungitopo
forma piccole oasi di laurofille sempreverdi, soprattutto su substrati
arenacei freschi. Le foglie sono notissime come condimento. I frutti
contengono olii essenziali ed un grasso impiegato in profumeria.
L'olio di lauro, estratto dai semi, è un componente dell'olio laurino,
utilizzato contro i dolori reumatici. La pianta è tradizionale simbolo
di gloria e di affermazione: la 'laurea' deriva da essa il suo nome. Il
nome generico è quello utilizzato dagli antichi Romani; il nome
specifico si riferisce all'uso celebrativo della pianta. Forma biologica:
fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: marzo-
aprile.
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Foglie senza odore di alloro
40
40
Foglie a margine dentato o dentellato
41
40
Foglie a margine intero
48
41
Piante sempreverdi con foglie coriacee
42
41
Piante decidue con foglie non coriacee
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42
Foglie adulte grigio-pelose di sotto. Fiori senza petali. Frutto a ghianda
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma
molto più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie dominante
nei residui boschi di sclerofille sempreverdi della macchia
mediterranea, su suolo preferibilmente acido; ai margini dell'areale
cresce anche nei boschi decidui o in habitat rupestri in siti caldo-aridi,
su suoli calcarei primitivi e ricchi in scheletro. Ha limitati impieghi
artigianali, essendo il legno molto duro e resistente alle alterazioni
ma difficile da lavorare e stagionare; viene comunque usato per
oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura, come parti di attrezzi
agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc. La corteccia è
usata per la concia delle pelli, perché ricca in tannini. Le ghiande
sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano
usate anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome
generico, già in uso presso gli antichi, è di etimologia incerta,
potrebbe derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer' (bell'albero),
cioè 'l'albero per eccellenza'; secondo altri deriva dal greco, indicando
il legno ruvido delle piante di questo genere; il nome specifico, che
forse deriva da una radice celtica che significa 'punta', è quello dato
dai Romani all'agrifoglio, per la frequente presenza anche nel leccio
di foglie subspinose. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita
cespitosa). Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Foglie adulte glabre di sotto. Fiori con petali. Frutto
carnoso
43
43
Rami giovani pelosi, arrossati. Frutto rosso a maturità
Prunus lusitanica L.