Phoenix, ricorda la Fenice, mitico uccello
dalle ali rosse e dorate che, secondo la
leggenda, ogni 500 anni bruciava per poi
rinascere dalle proprie ceneri. Era considerata
dagli Egizi simbolo di fertilità, rappresentata
dai Cartaginesi nelle monete e nei
monumenti ed utilizzata da Greci e Latini
come ornamento per celebrazioni trionfali.
Secondo la mitologia del Medio oriente la
palma da dattero era considerata l'albero della
vita. Nell'antica Roma le sue foglie
simboleggiavano la gloria militare e la
vittoria conquistata, mentre nella tradizione
cristiana sono un simbolo di pace: ricordano
l'entrata di Gesù in Gerusalemme.
Nell'Antico Testamento la palma è il simbolo di Israele, nel Nuovo Testamento gli eletti sono vestiti di
bianco e stringono nelle mani le palme in segno del loro martirio.
Nei riti cristiani del Mercoledì delle Ceneri, le ceneri sono ottenute bruciando le palme usate l'anno
precedente per la Domenica delle Palme.
Secondo Jung, la palma è il simbolo dell'anima.
Etimologia:
Il termine generico è un antico nome, gia citato da Teofrasto, con cui i Greci chiamavano le
piante di questo genere; deriva da 'phoenix' = fenicio, perché sarebbero stati proprio i Fenici a far
conoscere queste piante ai Greci. Il termine specifico è composto da 'dactylus' = dattero (dal greco
'dactylos'), e 'fero' = io porto, cioè portatrice di datteri.
16 Foglie decidue, opposte. Fiori e frutti disposti in infiorescenze ombrelliformi
Sambucus nigra L.
Area d'origine:
Europa, Caucaso.
Miti e leggende:
Questo arbusto o piccolo
albero, in molti paesi e culture, soprattutto
celtiche e nordiche, era considerato una delle
maggiori rappresentazioni della Grande
Madre perché, secondo la credenza, il divino
potere femminile scorreva nella pianta,
rendendola simile a un essere animato. Il
sambuco era considerato anche Porta di
Morte, poiché il profumo dei suoi fiori aveva
la capacità di far uscire l'anima dal corpo:
dormire sotto le sue fronde poteva voler dire
non svegliarsi mai più. Secondo la leggenda
era la dimora dei Lari protettori e, pertanto,
veniva piantato vicino alle case e alle stalle.
Fu probabilmente per questo che la credenza voleva che chiunque si fosse imbattuto in un albero di
Sambuco sarebbe certamente morto. Nei diversi paesi gli spiriti del sambuco furono chiamati con nomi
differenti. In Scandinavia si diceva che fosse la dimora della dea Hel, venerata dea della morte, il legno
veniva utilizzato per costruire le croci e le tombe, i morti venivano composti su rami di sambuco e il tè di
sambuco veniva bevuto durante la veglia funebre. Si credeva, di conseguenza, che fosse pericoloso
decorare una culla con il sambuco: le fate lo avrebbero considerato un segnale per portar via l'anima del
bambino. I rami cavi di questa pianta sono stati spesso utilizzati per la realizzazione di strumenti musicali
a fiato come i flauti, il Flauto magico dell'opera di Mozart era di sambuco.
Etimologia:
Il termine generico è il nome latino della pianta. Il termine specifico deriva dal latino 'niger'
= scuro e allude al colore dei frutti.