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destinati a morire in quanto frutto illegittimo, trasportata dallo straripamento del fiume Tevere si arenò
miracolosamente in un'insenatura fangosa. Qui all'ombra di un fico selvatico vennero nutriti dalla lupa.
La pianta, che secondo alcune fonti si ergeva alle pendici del colle Palatino, ritenuta sacra, era
diligentemente curata dai sacerdoti del dio che provvedevano alla sua sostituzione ogni volta che questa
moriva. Fino in epoca imperiale gli alberi di fico furono oggetto di venerazione, anche Plutarco e Plinio
narrano di un fico, ritenuto di buon auspicio, piantato nel Foro Romano che, ogni qual volta moriva,
veniva prontamente rimpiazzato con uno nuovo.
Etimologia:
Il termine generico deriva dal nome latino con il quale venivano designati sia la pianta che il
frutto, nome derivato a sua volta dal greco 'sykon'. Il termine specifico significa 'proveniente dalla Caria',
regione storica della Turchia, dove la pianta cresceva spontaneamente.
17 Piante non laticifere
18
18 Foglie con forte odore aromatico se sfregate tra le dita
19
18 Foglie senza forte odore aromatico
21
19 Foglie opposte
Myrtus communis L. subsp. communis
Area d'origine:
Regione mediterranea.
Miti e leggende:
Arbusto o piccolo albero
sempreverde legato ad una antica leggenda
greca secondo la quale una fanciulla attica,
Myrsine, uccisa da un giovane invidioso da
lei battuto nei giochi ginnici, venne
trasformata da Pallade in una pianta: il mirto.
Nella mitologia greca il mirto era considerato
uno dei simboli dell'amore e della bellezza,
perché pianta cara ad Afrodite. Si narra,
infatti, che la dea, nata dalla schiuma del
mare, si rifugiò dietro un cespuglio di mirto
per nascondersi agli sguardi bramosi di un
satiro. Anche per i Romani il mirto era pianta
sacra a Venere e, come tale, oggetto di
offerte propiziatorie. Simbolo di onore, bellezza ed eroismo, una corona di mirto veniva usata per ornare
il capo dei vincitori e dei guerrieri più valorosi. Successivamente, divenne anche un albero propiziatorio
per la casa dei giovani sposi, comparendo nel corso delle feste nuziali romane.
Etimologia:
Il termine generico proviene dal nome greco della pianta 'Myrtos'. Sembra derivare da
Myrsine, personaggio mitico greco oppure potrebbe discendere da Mirra, alludendo all'intenso profumo
emanato dalle sue bacche. Il termine specifico indica l'ampia distribuzione della specie.
19 Foglie alterne
20
20 Foglie con odore di alloro. Fiori gialli. Frutto nero
Laurus nobilis L.
Area d'origine:
Regione mediterranea.
Miti e leggende:
Albero sempreverde che secondo la mitologia greca, si generò dalla trasformazione in
albero della ninfa Daphne, figlia e sacerdotessa di Gea la Madre Terra e del fiume Peneo (o Lacone), che
viveva nella quiete dei boschi dell'Arcadia. Come racconta Ovidio nelle Metamorfosi, un giorno Apollo,
dio Sole, incontrato Eros, dio dell'amore, iniziò a vantarsi, per aver ucciso il gigantesco serpente Pitone a
soli quattro giorni, deridendolo per non aver compiuto mai gesta degne di gloria. Il dio dell'amore, deciso
a vendicarsi, scoccò due frecce: una che respingeva l'amore, nel cuore di Dafne; l'altra che faceva nascere
la passione, nel cuore di Apollo. Apollo iniziò subito a cercare l'amata ninfa e alla fine la trovò. Dafne,
però, lo respinse e per sfuggire al dio invocò la Madre Terra. Gea, impietosita dalle richieste della figlia,