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L'agrifoglio è una specie subatlantica presente in Europa ed Asia
Minore, diffusa in tutta Italia in boschi misti mesofili, con optimum
nella fascia montana, ma ormai piuttosto rara allo stato spontaneo. È
considerato una pianta magica fin da prima dell'avvento del Natale
cristiano, gli si attribuiva il potere di proteggere dai demoni e di
portare fortuna. I suoi primi utilizzi risalgono all'Irlanda, dove anche
le famiglie più povere potevano permettersi di usarlo per decorare le
loro abitazioni, tradizione poi passata ai popoli cristiani durante il
periodo natalizio: la struttura della foglia infatti ricorda la corona di
spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue. Oggi viene
impiegato esclusivamente come pianta ornamentale, da cui sono
state ricavate numerose cultivar, alcune con foglie variegate. I
margini delle foglie sono interi in quelle dei rami vecchi, spinosi in
quelle dei rami giovani, ma i due tipi di foglie possono coesistere
sullo stesso individuo. L'agrifoglio può vivere circa 300 anni. Le
foglie e soprattutto i frutti sono fortemente tossici per l'uomo. Il
nome generico ricorda la denominazione del leccio (
Quercus ilex
)
per la somiglianza delle foglie, il nome specifico deriva dal latino
'acrifolium', parola composta da 'acer' (acuto) e 'folium' (foglia).
Forma biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
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Spine limitate ai rami
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Foglie riunite in ciuffetti. Fiori gialli
Berberis vulgaris L. subsp. vulgaris
Specie diffusa dall'Europa centrale all'Africa nordoccidentale,
soprattutto in aree con clima continentale, ormai naturalizzata
nell'Europa settentrionale, comprese le isole britanniche e la
Scandinavia meridionale ed in Nord America, presente in tutta Italia
sino a circa 2000 m. Cresce su pendii aridi, in pinete e boschi
submediterranei degradati. È l'ospite intermedio della ruggine del
grano (
Puccinia graminis
), un fungo che dalle foglie di
Berberis
si
trasferisce al grano producendo danni enormi; sembra che già nei
primi anni del '600 alcuni agricoltori si accorsero della relazione tra
la
Berberis
e la ruggine, ma furono derisi da chi usava i frutti della
Berberis
per fare marmellate. La cosa fu chiarita scientificamente
solo nel 1865: per il gravissimo impatto della ruggine sul grano, la
coltivazione della
Berberis
è proibita in diversi Paesi. La pianta è sia
velenosa che medicinale, per la presenza di berberina. Il nome
generico, di antico uso, deriva forse dal sanscrito 'varvarata'
(ruvidezza) per la spinosità della pianta; il nome specifico deriva dal
latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'.
Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-
giugno.
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Foglie spaziate sul fusto. Fiori non gialli
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Fiori verdastri. Foglie con nervature arcuate. Legno di odore sgradevole (scortecciare un
rametto!)
Rhamnus cathartica L.