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Foglie trifogliate o palmate Frutto a mora
Rubus ulmifolius Schott s.latiss.
I rovi costituiscono un gruppo difficilissimo di specie di origine
apomittica ed ibridogena, ancora incompletamente studiato in Italia.
Questa è una specie mediterraneo-atlantica presente in tutta Italia al
di sotto della fascia montana superiore. Cresce nelle boscaglie rade,
nelle pinete a pino nero, negli orli dei boschi e sui muretti a secco,
formando spesso intrichi impenetrabili nell'ultimo stadio della
degradazione forestale, sia su calcare che su substrati arenacei, su
suoli ricchi in composti azotati, da freschi a subaridi. I frutti sono
commestibili. Il nome generico, di antico uso, potrebbe derivare dal
latino 'ruber' (rosso) per il colore rosso dei frutti di alcune specie
dello stesso genere (come il lampone); il nome specifico allude alle
foglioline un po' asimmetriche simili alle foglie dell'olmo. Forma
biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Foglie pennate. Frutto diverso da una mora
Rosa spp. (cultivars)
Il genere
Rosa
è diffuso in quasi tutto il globo. Le rose spontanee,
da cui sono derivate le rose coltivate, si sono sviluppate nelle
regioni dell'emisfero boreale e hanno fiori con cinque petali. Le più
importanti fra le rose antiche da giardino hanno avuto origine da
R.
gallica
L. (l'unica fra le rose antiche con petali rossi),
R. phoenicea
Boiss.,
R. canina
L., e altre entità comunemente riunite sotto il
nome di
R. moschata
s.l. L'introduzione di
R. chinensis
Jacq. in
Inghilterra, verso la fine del 1700, ha determinato una totale
rivoluzione nella coltivazione delle rose, tanto che il 1800 può
essere considerato la linea di demarcazione fra le rose antiche da
giardino e quelle moderne. Dall'ibridazione delle rose cinesi con
R.
gallica
,
R. damascena
,
R. alba
e
R. moschata
sono derivate le rose
moderne da giardino, che presentano il fenomeno della rifiorenza
(legata ad un gene recessivo introdotto nelle rose moderne dalle
rose cinesi). In particolare, le Rose Tè (rose con il profumo di tè)
hanno concorso alla produzione di una vasta gamma di colori. Il
nome generico deriva dal latino 'rosa', dal greco 'rodon', con
identico significato.
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Piante lianose, rampicanti o volubili
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Alberi o arbusti
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Foglie sempreverdi. Fiori e frutti disposti in ombrelle
Hedera helix L. s.l.
L'edera è una specie mediterraneo-atlantica comune in tutta Italia
dal livello del mare sino alle faggete termofile della fascia montana
inferiore. Cresce in boschi e siepi, su muri, rocce ed alberi, di cui
raggiunge la chioma in siti umidi, formando intrichi con
Clematis
vitalba
ed altre liane. Mostra marcata eterofillia, cioè la forma delle
foglie dei rami vegetativi è molto diversa da quella delle foglie dei
rami fioriferi. È comunemente coltivata come pianta ornamentale,
come tappezzante di terreni molto ombreggiati e per ricoprire muri
o pergolati. Ne esistono numerosissimi ibridi e cultivar che
differiscono per la forma, dimensioni e colore delle foglie (frequenti
sono quelli a foglie variegate). Sia i Greci che i Romani
consideravano l'edera un simbolo di forza vitale; questo per la sua
longevità e perché si tratta di una pianta sempreverde. I fiori, ricchi
di nettare, sono visitati da molte specie di insetti (es. api). La pianta