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Il pioppo bianco è un albero a distribuzione paleotemperata presente
in tutta Italia al di sotto della fascia montana inferiore. Forma
boschetti, a volte lungo corsi d'acqua ed in aree palustri, su suoli
limoso-argillosi profondi e ricchi in basi, a volte periodicamente
sommersi. Dal legno si ottiene un'ottima pasta da carta; è impiegato
anche nella fabbricazione di fiammiferi, compensati, truciolati. Il
portamento maestoso lo rende adatto a scopo ornamentale per
parchi e giardini. Il nome generico, di etimologia incerta, era già in
uso presso gli antichi Romani; quello specifico allude al colore
chiaro della faccia inferiore delle foglie e della corteccia. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-marzo.
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Foglie verdi su entrambe le facce
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Foglie densamente pelose sulla pagina inferiore e sui piccioli
Broussonetia papyrifera (L.) Vent.
Specie di origine asiatico-orientale introdotta in Europa nella metà
del XVII secolo ed oggi presente come avventizia in quasi tutta
Italia, dal livello del mare ai 600 m circa. Cresce in ambienti
ruderali, compresi i muri, ma è anche un alberello ornamentale
spesso piantato lungo le strade. A volte diviene dominante, forse per
allelopatia, assieme ad ailanto e robinia. Dalla sua corteccia si
ricavano, per macerazione, fibre molto lunghe usate in Giappone
nella produzione di una carta pregiata, nota col nome di carta cinese
o carta di seta, e in Polinesia per produrre filati e tessuti. In Cina la
pianta viene utilizzata in sostituzione del gelso per l'allevamento dei
bachi da seta. Il genere è dedicato al naturalista francese P. M. A.
Broussonet (1761-1807). Il nome specifico fa riferimento
all'utilizzo della pianta per la produzione di carta: 'papyros', infatti,
è la pianta da cui gli antichi Egizi ricavavano la carta. Forma
biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
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Foglie glabre o con pochi peli sparsi sulla faccia inferiore e
sui piccioli
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Picciolo più breve di 5 cm. Frutto carnoso (mora)
Morus alba L.
Il gelso bianco, originario dell'Asia orientale, è stato introdotto in
Europa probabilmente nel XII secolo per l'allevamento del baco da
seta che lo preferisce al gelso nero. La presenza in Italia è
documentata dal 1434. È ampiamente coltivato nella zona
submediterranea, ed è segnalato come specie avventizia in quasi
tutta Italia. Cresce in filari, siepi, ai margini degli abitati. I frutti
sono commestibili, anche se quasi mai appaiono sul mercato per la
loro breve durata. Il nome generico è quello utilizzato dagli antichi
Romani per indicare il gelso nero, pianta da loro già conosciuta
perché originaria dell'Asia Minore; deriva a sua volta dal greco
antico 'meros' (parte), in riferimento all'infruttescenza formata da
tanti piccoli frutti con involucro carnoso; il nome specifico si
riferisce sempre ai frutti ma questa volta al loro colore prevalente
(esistono anche forme a frutti rosa o violetti, che possono generare
confusione col gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Picciolo più lungo di 5 cm. Frutto secco
Platanus orientalis L.