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Specie eurosiberiana presente in alcune regioni dell'Italia continentale, ma
spesso segnalata erroneamente. Cresce in terreni umidi e inondati, dal
livello del mare ai 500 m circa, raramente molto più in alto. Il nome
generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis'
(presso l'acqua); quello specifico deriva dal latino 'vimen, viminis' (a sua
volta derivato dal latino 'viere', che significa 'legare, intrecciare'), cioè
vimine, un ramo flessibile di salice che può essere usato per lavori di
intreccio. Forma biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo
di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie meno di 4 volte più lunghe che larghe. Fiori con
petali. Frutto carnoso. Rami giovani non gialli
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Piante spinose
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Piante non spinose
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Pianta non sempreverde, con foglie sottili, rossastre
Berberis thunbergii DC.
Specie originaria dell'Asia orientale, oggi frequentemente coltivata a scopo
ornamentale; sono particolarmente frequenti le cultivar a foglie rossastre.
In alcuni paesi la coltivazione è proibita, in quanto anche questa pianta,
come il crespino nostrano (
Berberis vulgaris
), è ospite intermedio di un
pericoloso fungo parassita dei cereali, la ruggine del grano (
Puccinia
graminis
). Il nome generico, di antico uso, deriva forse dal sanscrito
'varvarata' (ruvidezza) per la spinosità della pianta; la specie è dedicata al
botanico svedese Carl Peter Thunberg (1743-1828).
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Piante sempreverdi con foglie coriacee, non rossastre
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Spine limitate ai margini delle foglie. Petali 4
Ilex aquifolium L.
L'agrifoglio è una specie subatlantica presente in Europa ed Asia Minore,
diffusa in tutta Italia in boschi misti mesofili, con optimum nella fascia
montana, ma ormai piuttosto rara allo stato spontaneo. È considerato una
pianta magica fin da prima dell'avvento del Natale cristiano, gli si
attribuiva il potere di proteggere dai demoni e di portare fortuna. I suoi
primi utilizzi risalgono all'Irlanda, dove anche le famiglie più povere
potevano permettersi di usarlo per decorare le loro abitazioni, tradizione
poi passata ai popoli cristiani durante il periodo natalizio: la struttura della
foglia infatti ricorda la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo
sangue. Oggi viene impiegato esclusivamente come pianta ornamentale, da
cui sono state ricavate numerose cultivar, alcune con foglie variegate. I
margini delle foglie sono interi in quelle dei rami vecchi, spinosi in quelle
dei rami giovani, ma i due tipi di foglie possono coesistere sullo stesso
individuo. L'agrifoglio può vivere circa 300 anni. Le foglie e soprattutto i
frutti sono fortemente tossici per l'uomo. Il nome generico deriva dal latino
e allude alla somiglianza della forma delle foglie con quelle del leccio
(
Quercus ilex
); il nome specifico deriva dal latino 'acrifolium', parola
composta da 'acer' (acuto) e 'folium' (foglia). Forma biologica: fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Spine all'apice dei rami. Petali 5
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Calice e peduncoli fiorali chiaramente pelosi. Frutto solitamente rosso
Pyracantha coccinea M. Roem.
Specie diffusa nel bacino del Mediterraneo ed in Asia Minore, di dubbio
indigenato in Italia, ove è presente in tutte le regioni salvo che in Valle
d'Aosta, Sicilia e forse Piemonte. La distribuzione regionale si concentra
nella parte meridionale del territorio, soprattutto nel Carso triestino ove la
specie è abbastanza frequente, È frequentemente coltivata a scopo
ornamentale per la costruzione di siepi protettive a causa delle dense spine
presenti all'apice dei rami e talvolta appare allo stato subspontaneo in
boschi e boscaglie termofile e loro margini, arbusteti, siepi, dal livello del
mare ai 900 m circa.. I semi sono tossici. Il nome generico deriva da due