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Fiori con petali. Frutto diverso da una ghianda
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Foglie verdi di sopra, grigio-pelose di sotto
Elaeagnus x ebbingei Boom
Arbusto sempreverde ibrido fra
E. pungens
ed
E. macrophylla
, creato in
Olanda nel 1928. Predilige terreni acidi e ben drenati ed è adatto ai litorali
marini. Si conoscono alcune cultivar di successo, come 'Limelight', che è
ben conosciuta e apprezzata nel nostro paese (dove però è venduto in alcuni
vivai con il nome improprio di 'Variegatus') grazie alle foglie, di colore
verde-grigiastro con screziature giallastre. Il nome generico deriva dal
greco 'elèa' (oliva) per la somiglianza del frutto ad un'oliva; l'ibrido è
dedicato all'olandese J. W. E. Ebbinge (1870-1948), che lavorò in una
scuola di orticultura a Boskoop; la 'x' sta ad indicare che si tratta di un
ibrido.
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Foglie non grigio-pelose di sotto
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Foglie più larghe di 5 cm, almeno alcune di color ruggine di sotto. Fiori più larghi di 5 cm
Magnolia grandiflora L.
Specie originaria delle regioni meridionali degli Stati Uniti, fu importata in
Europa nel 1737. Ne è documentata la presenza in Italia dal 1760. Viene
utilizzata soprattutto come grande pianta ornamentale in parchi e giardini,
per i fiori vistosi e profumati e per il denso fogliame, ma ha un
accrescimento piuttosto lento. Il nome generico è dedicato al botanico
francese Pierre Magnol, vissuto nel XVII secolo; il nome specifico fa
riferimento alle ragguardevoli dimensioni dei fiori. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Foglie più strette di 5 cm, tutte verdi anche di sotto. Fiori più stretti di 5 cm
Prunus lusitanica L. subsp. hixa (Willd.) Franco
Specie originaria delle coste atlantiche europee e nordafricane, oggi è
ampiamente coltivata in parchi e giardini. I frutti sono tossici. Il nome
generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta; il nome
specifico allude alla Lusitania, l'odierno Portogallo; quello della sottospecie
deriva da un nome comune di questa pianta usato nella sua zona d'origine.
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Foglie più lunghe di 15 cm. Frutti avvolti da un riccio spinoso (castagne)
Castanea sativa Mill.
Il castagno è un albero di origine sudest europeo-asiatica occidentale, forse
introdotto con il noce in epoca romana; è presente in tutta Italia, dal livello
del mare ai 1200 m. Nella nostra regione è diffuso sino alla fascia montana
inferiore delle Prealpi, con isolate stazioni nell'area alpina; in Carso non è
comune. È uno dei principali costituenti dei boschi collinari, fra i 200 e gli
800 m circa. Cresce su suoli profondi più o meno acidi, quindi su substrati
marnoso-arenacei, raramente su terra rossa. Il castagno è molto longevo,
potendo raggiungere i 500 anni di età; per alcuni individui è stata stimata
un'età di 1000 anni. In Italia, sulle pendici dell'Etna, l'esemplare detto 'dei
cento cavalli' avrebbe un'età di 4000 anni. Il castagno ha avuto
un'importanza notevolissima per molti secoli come alimento primario per le
popolazioni contadine delle regioni montane, diventando 'l'albero del pane'.
Il legname è molto apprezzato per la sua elasticità e compattezza per
paleria, falegnameria, mobili, travi, botti, ecc. Il legno è usato per la
produzione di cellulosa al solfato. Legno e corteccia venivano usati per la
concia delle pelli, dato l'elevato contenuto in tannini. Le castagne, ricche di
amido e zuccheri, venivano consumate fresche, secche o ridotte in farina.
Oggi sono molto richieste le varietà di grandi dimensioni, dette 'marroni',
usate per la preparazione di marmellate e dei prelibati 'marrons glacés'.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio.