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all'accrescimento simmetrico della pianta. Il nome specifico in latino
significa 'sempreverde'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: febbraio-maggio.
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Foglie di color verde-azzurro
Cupressus arizonica Greene
È una specie originaria delle montagne dell'Arizona e del Messico; la sua
presenza in Italia è documentata a partire dal 1892, ed è presente come
avventizia in Umbria, Marche e Calabria. In passato è stato spesso
impiegata a scopo ornamentale per la formazione di alte siepi protettive,
oggi si usa di meno a questo scopo, anche perché dopo alcuni anni di
potatura dava segni di seccume e sofferenza; è ancora molto frequente in
parchi e giardini nella forma arborescente. Nelle zone di origine le pigne
(galbuli) rimangono chiuse per molti anni, e si aprono liberando i semi
soltanto quando la pianta madre è stata colpita da shock termico causato da
un incendio, il che favorisce la disseminazione della pianta in ambienti
liberi dalla concorrenza di altre specie. Il genere è il nome comune latino,
derivato dal greco 'kypárissos', che origina da 'kuo' (io genero, produco
germogli) e 'párisos' (simile, uguale), in riferimento all'accrescimento
simmetrico della pianta, oppure si riferisce a Kypros (Cipro), isola nella
quale il cipresso comune vive spontaneo; il nome specifico allude ad una
delle zone di origine, l'Arizona. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Foglie appiattite
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Foglie non appiattite
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Foglie disposte a pettine sui rami, in due ranghi più o meno opposti. Con un solo seme
avvolto da una coppa carnosa rossa
Taxus baccata L.
Il tasso è un relitto dell'epoca Terziaria, ancor oggi diffuso allo stato
spontaneo in tutta Italia con optimum nella fascia montana, ma solitamente
raro (è più frequente come pianta ornamentale in parchi e giardini); solo in
poche regioni d'Italia esistono ancora boschi dominati dal tasso, per
esempio in Sardegna, ove mancando il faggio il tasso si associava con
l'agrifoglio nelle foreste montane più umide. La distribuzione regionale,
allo stato spontaneo, si estende a quasi tutte le aree montuose del Friuli,
dove è comunque poco frequente, ma è ampiamente coltivato a scopo
ornamentale sino alla costa. Tutta la pianta, compresi i semi, è molto
velenosa (salvo l'arillo carnoso che circonda il seme) per la presenza
dell'alcaloide tassina. Da qui il nome volgare 'albero della morte'. È un
albero molto apprezzato dal punto di vista ornamentale, anche per la
costruzione di siepi, poiché sopporta bene le potature e resiste
all'inquinamento. Ha legno duro, pesante ed omogeneo. Può vivere fino a
2000 anni. Il nome generico deriva dal greco 'taxos', con significato di arco,
par la fabbricazione che veniva fatta col suo legno; il nome specifico allude
agli arilli rossi simili a delle bacche. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie disposte tutt'attorno al ramo. Con numerosi semi rinchiusi in una pigna legnosa
Abies pinsapo Boiss.
L'abete di Spagna è un albero originario della Spagna meridionale (la
varietà tipica) e del Marocco settentrionale (la var.
marocana
, talvolta
considerata specie a sé stante). Attualmente in Italia è usato a scopo
prevalentemente ornamentale in parchi e giardini. Il nome generico era già
in uso presso i Romani e forse deriva dal greco 'abios' (longevo), oppure
dal latino 'abire' (andarsene), forse in riferimento alla grande altezza; quello
specifico deriva dal nome comune di questa specie usato nella sua zona
d'origine. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Foglie solitarie, sparse sui rami
Picea abies (L.) H. Karst.