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L'abete rosso è una specie eurosiberiana che in Italia è comune ed
abbondante sulle Alpi al di sopra della fascia montana superiore ove
domina la fascia oroboreale, con optimum sulle catene interne a clima più
continentale, raggiungendo allo stato spontaneo l'Appennino settentrionale.
La distribuzione regionale, allo stato spontaneo, si estende su tutte le aree
montuose del Friuli, ma l'albero è spesso usato per rimboschimenti e
frequentemente coltivato a scopo ornamentale in tutto il territorio. Dalla
corteccia si ricava tannino e dalla resina la 'Resina di Borgogna' e la
'Trementina di Strasburgo'. Il legno è di colore chiaro, poco pesante e
tenero, facilmente lavorabile e perciò largamente impiegato nella
costruzione di mobilio non di pregio. Il legno ha anche un forte potere
calorifico dato dalla resina, maggiore di quello di molte latifoglie. Il nome
generico deriva dal latino 'pix' (resina o pece), sostanza prodotta in gran
quantità da questi alberi. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
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Foglie riunite alla base in fascetti di 2 o di 5, oppure
addensate in gran numero su brevi rami laterali
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Foglie riunite alla base in fascetti di 2 o di 5
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Foglie addensate in gran numero su brevi rami laterali
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Foglie in fascetti di 5
Pinus wallichiana A.B.Jacks.
Specie originaria dell'Himalaya, dell'Afghanistan e del Pakistan, introdotta
in Europa a scopo ornamentale a metà del secolo scorso grazie alla crescita
rapida e al portamento elegante dato dai caratteristici lunghi aghi penduli.
Predilige terreni freschi, umidi, profondi, in posizioni soleggiate a clima
mite. Il nome generico è quello usato dai Romani per indicare il pino
mediterraneo, e deriva dal latino 'pix, picis' (pece, resina, essudato della
pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal celtico 'pen' (testa) per
la forma della chioma degli alberi. Il nome specifico è dedicato al medico e
botanico Nathaniel Wallich (1814-1844), sovrintendente del giardino
botanico di Calcutta. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Foglie in fascetti di 2
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Foglie più lunghe di 12 cm. Albero a forma di ombrello
Pinus pinea L.
Originario delle regioni mediterranee dell'Europa meridionale e delle coste
dell'Asia Minore, è presente in quasi tutte le regioni d'Italia dal livello del
mare agli 800-1000 m. Insieme a
P. pinaster
è una specie litoranea tipica
delle zone costiere mediterranee. Viene coltivato per il suo seme
commestibile (i pinoli) e per rimboschire le pinete delle zone litoranee. Il
pino domestico è rustico e si adatta bene anche a substrati poveri, ma è
sensibile all'inquinamento che provoca arrossamento e necrotizzazione
delle parti terminali degli aghi. Il nome generico è quello usato dai Romani
per indicare il pino mediterraneo, e deriva dal latino 'pix, picis' (pece,
resina, essudato della pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal
celtico 'pen' (testa) per la forma della chioma degli alberi; il nome specifico
si riferisce alla parte commestibile dei semi, i pinoli. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie più brevi di 12 cm. Albero non a forma di ombrello
Pinus nigra J.F. Arnold subsp. nigra
Specie preglaciale a carattere relitto, con areale piuttosto ampio e
frammentario sulle montagne dell'Europa meridionale e differenziazione in
numerose stirpi locali variamente trattate a livello tassonomico. In Italia le
sue stazioni primarie sono limitate alle Alpi e Prealpi calcareo-dolomitiche
e all'Appennino centrale. Cresce su rupi calcaree, dal livello del mare ai
1200 m circa. Nella nostra regione le stazioni primarie sono limitate ad
Alpi e Prealpi calcareo-dolomitiche; in Carso è stato introdotto dalla metà
dell'800 ed è divenuto ubiquitario ed invasivo, partecipando al
rimboschimento naturale delle lande con grande successo riproduttivo. Si
tratta di un pino molto apprezzato a scopo paesaggistico e ornamentale per