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Specie tipicamente mediterranea: introdotta con molta probabilità
nei paesi occidentali dai Fenici, è ampiamente coltivata da tempi
antichissimi a partire da forme spontanee, e tende spesso a
rinselvatichire. Cresce in arbusteti e siepi presso gli abitati rurali
ed in vegetazioni ruderali, su suoli limoso-argillosi mediamente
profondi, neutro-subacidi, ricchi in composti azotati. Il nome
generico è il nome latino della vite, che deriva da 'viere' (legare).
Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-
luglio.
34
Foglie lobate
35
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Foglie non lobate
41
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Pianta con rami spinosi
Crataegus monogyna Jacq.
Il biancospino è un arbusto eurasiatico-sudeuropeo presente in
tutta Italia dal livello del mare alla fascia montana inferiore, con
optimum nella fascia submediterranea. È uno dei principali
costituenti di boscaglie, macchie e siepi, ed appare in tutti gli stadi
dinamici della vegetazione legnosa, su suoli da carbonatici a
debolmente acidi; colonizza persino le pietraie, sia pur con
esemplari rattrappiti e deformi. È una pianta ornamentale usata per
siepi e giardini, apprezzata per la fioritura prolungata e profumata
e anche per il colore vivace dei frutti che perdurano a lungo. Le
foglie e i frutti hanno proprietà officinali. Il nome generico deriva
dal greco 'kratos' (forza), antico nome comune della pianta, quello
specifico deriva dal greco 'mónos' (unico) e 'gyné' (femmina), per
l'ovario monocarpellare. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo
di fioritura: aprile-maggio.
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Piante non spinose
36
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Pianta laticifera (rompendo un picciolo esce un latice bianco)
Ficus carica L.
Il fico è una specie di origine mediterranea estesa all'Asia
occidentale, da noi di introduzione precolombiana come altre
specie legnose di interesse economico (
Castanea
,
Celtis
,
Juglans
).
È presente in tutta Italia, spontaneo o coltivato, dal livello del mare
agli 800 m, anche come piccolo arbusto su muri ed in stazioni
rupestri soleggiate. Le infruttescenze sono costituite da numerosi
acheni (i veri frutti) dentro un'urna (il sicono ingrossato)
esternamente verde o violetta; nel fico selvatico maturano in tre
epoche diverse: 1) i profichi (o fichi fiori), sviluppantisi dalle
gemme dell'anno precedente e maturanti a giugno-luglio, con fiori
maschili e femminili gallicoli brevistili; 2) i forniti (o mammoni o
fichi propriamente detti), sviluppantisi nell'annata e maturanti in
agosto-settembre con fiori sia maschili (pochi) che fiori femminili
brevistili e longistili; 3) i cratiri (o mamme o fichi tardivi), che si
formano in autunno e svernano maturando nella primavera
seguente, con soli fiori femminili gallicoli. La formazione e
maturazione dei frutti del fico selvatico (o caprifico) è possibile
solo se avviene la fecondazione da parte di un insetto, la
Blastophaga psenes
. Nei cratiri in autunno le femmine depongono
le uova entro gli ovari brevistili, trasformandoli in galle, da cui alla
fine dell'aprile successivo si sviluppa la prima generazione; le
femmine fecondate escono e penetrano nei profichi, deponendo le
uova nei fiori gallicoli e dando così origine alla seconda