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ed il manto stradale. Il legno, chiaro, molto resistente ed elastico, è
impiegato in falegnameria, per lavori al tornio ed è un ottimo
combustibile. In alcune aree del Mediterraneo con i noccioli delle
drupe si costruivano rosari, da cui il nome locale di 'albero dei
rosari'. Altro nome con cui è noto è 'spaccasassi', perché ha un
apparato radicale molto forte che gli permette di radicare anche in
terreni particolarmente sassosi. I frutti maturi sono commestibili. Il
nome generico era quello di un albero presso i Greci antichi,
quello specifico in latino significa 'meridionale'. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie a base simmetrica
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44
Foglie a base chiaramente troncata o cuoriforme
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Foglie a base non troncata né cuoriforme
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Foglie a margine intero
Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum
L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è spesso
coltivato in parchi e giardini con una certa tendenza a
rinselvatichirsi; è presente in quasi tutta Italia (salvo che in Valle
d'Aosta e Liguria, e segnalato erroneamente in Piemonte),
spontaneo o avventizio, dal livello del mare agli 800 m circa.
Cresce allo stato subspontaneo presso le aree urbane in siepi e
boschetti disturbati, su suoli di solito calcarei, ricchi in scheletro e
aridi d'estate. È una specie molto usata a scopo ornamentale.
Grazie alla sua frugalità può essere impiegata come pianta pioniera
nei rimboschimenti. Il nome del genere deriva dal greco antico
'kerkis' (navicella), in riferimento alla forma del frutto; anche il
nome specifico, che deriva dal latino 'siliqua', si riferisce alla
forma allungata del legume. Il nome comune è 'albero di Giuda';
tale nome è probabilmente una storpiatura di 'albero della Giudea'
(regione in cui era molto diffuso); secondo la tradizione popolare,
Giuda si sarebbe impiccato su quest'albero. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie a margine dentato
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Fiori senza petali. Frutto a mora
Morus alba L.
Il gelso bianco, originario dell'Asia orientale, è stato introdotto in
Europa probabilmente nel XII secolo per l'allevamento del baco da
seta che lo preferisce al gelso nero. La presenza in Italia è
documentata dal 1434. È ampiamente coltivato nella zona
submediterranea, ed è segnalato come specie avventizia in quasi
tutta Italia. Cresce in filari, siepi, ai margini degli abitati. I frutti
sono commestibili, anche se quasi mai appaiono sul mercato per la
loro breve durata. Il nome generico è quello utilizzato dagli antichi
Romani per indicare il gelso nero, pianta da loro già conosciuta
perché originaria dell'Asia Minore; deriva a sua volta dal greco
antico 'meros' (parte), in riferimento all'infruttescenza formata da
tanti piccoli frutti con involucro carnoso; il nome specifico si
riferisce sempre ai frutti ma questa volta al loro colore prevalente
(esistono anche forme a frutti rosa o violetti, che possono generare
confusione col gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Fiori con petali. Frutto a forma di pera