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Pyrus communis L.
Il pero comune deriva forse da incroci fra il pero selvatico europeo
ed un pero dell'Asia Occidentale (
P. communis
subsp.
caucasica
).
Ampiamente coltivato in tutta Italia sino alla fascia montana, è
sporadicamente rinselvatichito nelle siepi che delimitano antiche
proprietà. Le forme selvatiche, che secondo alcuni autori non
meritano nemmeno il rango infraspecifico, crescono su suoli
argillosi freschi, sciolti, ricchi in basi. È una pianta abbastanza
rustica che si adatta bene a tutti i tipi di terreno, predilige posizioni
soleggiate e può vivere circa 200 anni. La potatura viene effettuata
solo per migliorare la produttività, mentre non influisce
sull'estetica. Il legno, pesante, duro e compatto, viene usato nella
costruzione di oggetti di precisione come righelli o squadre. La
coltivazione a scopo alimentare risale a tempi antichissimi. Fu
citato da Omero, mentre nelle Bucoliche, Virgilio sprona Melibeo
a innestare i peri, dimostrando l'uso consolidato di questa pratica.
Dal XIX secolo sono state prodotte cultivar di qualità e oggi
esistono migliaia di varietà; i frutti possono essere consumati
freschi, cotti e utilizzati per fare marmellate. Il nome generico
deriva dal greco 'pyr, pyròs' (fuoco, del fuoco), per la forma conica
dei frutti. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
47
Foglie a margine dentato o dentellato
48
47
Foglie a margine intero
54
48
Base della foglia a forma di cuneo e con margine intero
49
48
Foglie dentate tutt'attorno
50
49
Fiori rosa
Spiraea japonica L. f.
Specie originaria di Giappone, Cina e Corea, è stata introdotta in
Nord America e in Europa nel 1870 ed è oggi ampiamente diffusa
in tutta Italia a scopo ornamentale, e segnalata come avventizia in
Piemonte, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli
Venezia Giulia. Il nome 'aspirina' deriva dal genere
Spiraea
, in cui
nel XIX secolo era inclusa anche
Filipendula ulmaria
(
Spiraea
ulmaria
). L'acido salicilico fu scoperto nel 1839 nei fiori di questa
pianta, per cui fu chiamato 'acido spirico'; nel 1859 il chimico
tedesco Hoffmann acetilò l'acido salicilico, ottenendo l'acido
acetilsalicilico o acido acetilspirico, da cui la ditta farmaceutica
Bayer coniò il termine 'aspirina'. Il nome generico deriva dal greco
'spéira' (fune), perché i fusti, a volte contorti, possono ricordare
una sottile corda; il nome specifico allude ad uno dei luoghi
d'origine, il Giappone. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
49
Fiori bianchi
Spiraea spp.