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Genere eurasiatico di piante generalmente arbustive con la
maggiore diversità in Asia centro-orientale. Molte specie e cultivar
sono utilizzate da noi in parchi e giardini a scopo ornamentale. Il
nome 'aspirina' deriva dal genere
Spiraea
, in cui nel XIX secolo
era inclusa anche
Filipendula ulmaria
(
Spiraea ulmaria
). L'acido
salicilico fu scoperto nel 1839 nei fiori di questa pianta, per cui fu
chiamato 'acido spirico'; nel 1859 il chimico tedesco Hoffmann
acetilò l'acido salicilico, ottenendo l'acido acetilsalicilico o acido
acetilspirico, da cui la ditta farmaceutica Bayer coniò il termine
'aspirina'. Il nome generico deriva dal greco 'spéira' (fune), perché
i fusti, a volte contorti, possono ricordare una sottile corda. Forma
biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Ovario semi-infero, visibile sul fondo di un ricettacolo
scavato a coppa. Frutto contenente un solo seme
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Ovario infero, completamente circondato dal ricettacolo.
Frutto contenente più semi
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51
Foglie con larghezza massima verso il centro
Prunus cerasifera Ehrh.
Il mirabolano è una specie originaria dell'Asia occidentale,
introdotta in Italia già dai Romani, che ne apprezzavano i frutti.
Nell'Italia continentale si è ampiamente spontaneizzato, divenendo
in qualche caso un arbusto invadente, dal livello del mare agli 800
m circa. Attualmente la sua coltivazione come albero da frutto ha
perso importanza; viene invece ampiamente utilizzato come
portainnesto per altre specie di
Prunus
da frutto, ed è anche
impiegato a scopo ornamentale lungo le strade o nei giardini,
soprattutto nelle varietà a foglie arrossate, per le sue precoci
fioriture. Può vivere fino a 80 anni. Il nome generico, già in uso
presso i Romani, è di etimologia incerta; quello specifico allude
alla somiglianza dei frutti con quelli del ciliegio ('cerasus', nome
dato dai Romani all'amarena e che deriva da Cerasunte, località
presso
il
Mar
Nero).
Forma
biologica:
fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie con larghezza massima al di sopra del centro
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Foglie glabre o con pochi peli, più lunghe di 8 cm. Frutto rosso a maturità
Prunus avium L. subsp. avium
Il ciliegio è oggi divenuto subcosmopolita per coltivazione in
diverse varietà. L'areale originario dovrebbe essere il territorio che
va dal Caucaso ai Balcani; l'ingentilimento e la messa a coltura
sono iniziati nell'Asia occidentale. Allo stato coltivato è comune in
tutta Italia sino alla fascia montana inferiore; allo stato
subspontaneo è diffuso ma non comune. Cresce in boschi mesofili
maturi e talvolta nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto profondi e
abbastanza ricchi in composti azotati. Si coltiva per il frutto fresco
o da conservare in alcool, come pianta ornamentale, per la ricca
fioritura primaverile e per l'aspetto che acquisisce in autunno con
l'ingiallimento delle foglie, oppure per il legname. Il legno è duro,
a grana uniforme, dalle tonalità calde, bruno-rossicce, e si presta
bene per la costruzione di mobili di pregio e lavori al tornio. Le
foglie contengono una sostanza colorante viola. Vive tra gli 80 e i
120 anni. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di
etimologia incerta, quello specifico in latino significa 'degli
uccelli'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: