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fusto a base attenuata
Hieracium umbellatum L.
Specie circumboreale diffusa in regione dalla costa alla fascia montana.
In Carso è sparsa e poco comune ed appare sia con la sottospecie tipica
che con la subsp.
brevifolioides
, che la collega a
H. brevifolium
. Cresce ai
margini di boschi termofili, su suoli decalcificati subacidi, poveri in
composti azotati. Il nome generico deriva dal greco 'ierax' (sparviere) in
riferimento ad una pianta di cui gli antichi credevano si cibassero gli
sparvieri per rafforzare la vista (da qui il nome italiano adottato da
Pignatti), il nome specifico allude all'infiorescenza, un racemo contratto
simile ad un'ombrella. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: agosto-ottobre.
452
Foglie a base cuoriforme, picciolate e più larghe di 5 cm
453
452
Foglie a base non cuoriforme, o se a base debolmente cuoriforme
allora non picciolate e più strette di 5 cm
455
453
Involucro dei capolini senza squame uncinate. Fiori ligulati presenti, di color giallo vivo. Capolini solitari,
formantisi prima delle foglie
Tussilago farfara L.
Specie eurasiatica, comune in regione dalla pianura alla fascia subalpina.
In Carso è diffusa e comune quasi ovunque. Cresce in vegetazioni
pioniere discontinue, su suoli limoso-argillosi, a volte anche ghiaiosi, da
neutri a subacidi, poveri in humus, con
Agrostis stolonifera
,
Juncus
articulatus
,
Poa compressa
etc. Il nome generico deriva dal latino 'tussis'
= tosse, e si riferisce alle proprietà terapeutiche della pianta (foglie e
fiori), ancor oggi utilizzata come rimedio contro la tosse. Contiene però
alcaloidi epatotossici e va consumata in piccole quantità. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile.
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Involucro dei capolini coperto da squame uncinate. Fiori tutti
tubulosi, roseo violetti. Capolini numerosi, formantisi dopo le foglie
454
454
Capolini larghi 3-4.5 cm, su peduncoli più lunghi del capolino stesso. Squame involucrali tutte verdi sugli
uncini
Arctium lappa L.
Specie eurasiatico-temperata piuttosto diffusa in regione anche se in
genere meno comune di A. minus. In Carso è comune ovunque. Cresce in
ambienti disturbati e fortemente eutrofizzati ai margini degli abitati, in
boschetti alterati a sambuco e robinia, su suoli argillosi freschi e ricchi in
composti azotati, con
Campanula trachelium
,
Parietaria officinalis
,
Urtica dioica
etc. Le radici contengono un principio amaro (inulina) e
venivano utilizzate nella medicina popolare (radice di bardana). Le foglie
giovani ed i germogli sono commestibili. Il nome generico deriva dal
greco 'arktos' (orso), forse in riferimento alle infruttescenze irsuto-
spinose; il nome specifico deriva dal latino 'lappare' (afferrare) alludendo
alle infruttescenze che si attaccano alle vesti ed al pelo degli animali.
L'idea del velcro, composto da una striscia di tessuto peloso ed una di
tessuto con uncini flessibili, fu ispirata all'ingegnere Georges de Mestral
(1907-1990) agli inizi degli anni 1950 proprio dai capolini di bardana
rimasti attaccati alla giacca. Forma biologica: emicriptofita bienne.
Periodo di fioritura: luglio-settembre.
454
Capolini larghi 1-2.5 cm, su peduncoli solitamente più brevi del capolino stesso. Squame più interne di
solito arrossate sugli uncini
Arctium minus (Hill) Bernh.