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Specie mediterranea con distribuzione regionale discontinua dal Carso ai
magredi dell'alta pianura friulana. In Carso è piuttosto diffusa ma mai
abbondante, rivelando la sua termofilia con l'assenza dai rilievi più alti.
Cresce in pratelli aridi ricchi in piante annuali e nei mantelli di boschi e
siepi termofili, su suoli ghiaiosi calcarei poco profondi, aridi, poveri in
composti azotati, con
Arenaria serpyllifolia
s.l.,
Petrorhagia saxifraga
,
Sedum sexangulare
etc. Il nome generico è la latinizzazione dell'antico
termine greco 'lathyros', che designava una pianta non identificata da cui
si estraeva una sostanza eccitante. I semi sono tossici e provocano
disturbi neurologici se consumati in grande quantità e con frequenza
(latirismo). Il nome specifico allude alla forma dei semi. Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
278
Peduncoli fiorali non prolungati oltre il fiore. Legume ovale, meno di 8 volte più lungo che largo. Fusti con
ali larghe almeno 0.5 mm
Lathyrus setifolius L.
Specie mediterranea, in regione ristretta alle parti più calde del Carso ove
è rara. Cresce in pratelli aridi ed orli di cespuglieti termofili, su suoli
primitivi ricchi in scheletro calcareo, aridi, poveri in composti azotati,
con
Alyssum alyssoides
,
Lathyrus sphaericus
,
Myosotis arvensis
etc. Il
nome generico è la latinizzazione dell'antico termine greco 'lathyros', che
designava una pianta non identificata da cui si estraeva una sostanza
eccitante. I semi sono tossici e provocano disturbi neurologici se
consumati in grande quantità e con frequenza (latirismo). Il nome
specifico allude alle foglie molto sottili. Forma biologica: terofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
279
Foglie con cirri
Lathyrus latifolius L.
Specie sudeuropea con distribuzione regionale sparsa e lacunosa dal
Carso alla fascia montana inferiore. In Carso è diffusa e comune. Cresce
in praterie piuttosto evolute (
Danthonio-Scorzoneretum
), negli aspetti più
aridi dei prati da sfalcio (
Anthoxantho-Brometum
), ai margini di boschi
termofili, su suoli argillosi piuttosto profondi, subaridi d'estate, ricchi in
basi ma talvolta decalcificati, con
Bromopsis erecta
,
Centaurea jacea
subsp.
weldeniana
,
Scorzonera villosa
etc. Il nome generico è la
latinizzazione dell'antico termine greco 'lathyros', che designava una
pianta non identificata da cui si estraeva una sostanza eccitante. I semi
sono tossici e provocano disturbi neurologici se consumati in grande
quantità e con frequenza (latirismo). Forma biologica: emicriptofita
scandente. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
279
Foglie senza cirri, terminate da una breve punta
Lathyrus venetus (Mill.) Wohlf.
Specie sudest-europea, in regione concentrata in Carso e nella bassa
pianura, con alcune località prealpine. In Carso è diffusa ma non sempre
comune. Cresce nei boschi freschi di dolina (
Asaro-Carpinetum
), più
raramente nei boschetti disturbati a sambuco e robinia (
Lamio-
Sambucetum
), su suoli limoso-argillosi sciolti, umiferi, freschi e
profondi, ricchi in basi e composti azotati, con
Carex digitata
,
Lathyrus
vernus
,
Primula vulgaris
etc. Il nome generico è la latinizzazione
dell'antico termine greco 'lathyros', che designava una pianta non
identificata da cui si estraeva una sostanza eccitante. I semi sono tossici e
provocano disturbi neurologici se consumati in grande quantità e con
frequenza (latirismo). Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di
fioritura: aprile-luglio.
280
Pianta con fusti scandenti, legnosi alla base
Solanum dulcamara L.