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L'acero di monte è un albero europeo-asiatico occidentale diffuso in
regione dalla costa alla fascia montana con ampie lacune nella bassa
pianura. Cresce in boschi freschi - soprattutto di forra - con tigli, frassino
maggiore e faggio, ma con
Sorbus aucuparia
colonizza anche i percorsi
delle slavine contribuendo alla ricostituzione del bosco. In Carso è
diffuso come arbusto forse introdotto, ma sembra indigeno nei boschi del
M. Cocusso e del M. Castellaro Maggiore, ove appare in forma arborea.
Il nome generico, che deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per
la forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, era già in uso presso i
Romani; il nome specifico allude alla somiglianza delle foglie con quelle
del platano. Il legno, duro ed elastico, è il più pregiato tra quello degli
aceri, per cui questo albero è spesso coltivato in impianti di arboricoltura
da legno, che viene utilizzato per tavole, parquet, strumenti musicali,
sculture e lavori al tornio. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
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Foglie più brevi di 10 cm. Ali del frutto disposte a 'T'
Acer campestre L.
L'acero campestre è una specie europeo-asiatica occidentale, diffusa in
tutta la regione sino alla fascia montana inferiore e comune in Carso. La
subsp.
leiocarpum
, con frutti glabri e lucidi, è comune nelle siepi e più
rara nei boschi su substrati marnoso-arenacei freschi, mentre su suoli
calcarei aridi prevale
A. monspessulanus
. Si accompagna a
Cornus
sanguinea
subsp.
hungarica
,
Ligustrum vulgare
,
Ulmus minor
etc. Il
nome generico, che deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per la
forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, era già in uso presso i Romani.
Spesso è stato utilizzato dall'uomo come tutore della vite. Il legno è
adatto a lavori di ebanisteria e per la fabbricazione di oggetti vari di uso
domestico. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Foglie composte (divise in foglioline separate tra loro)
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Foglie intere
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Foglie palmate
Aesculus hippocastanum L.
L'ippocastano è un albero ornamentale di origine balcanico-asiatica
introdotto da Clusius nei giardini imperiali di Vienna nel 1576 e poi
diffuso in tutto l'Impero, per cui oggi è comune nell'Italia nord-orientale.
In regione è coltivato ovunque in viali, parchi e giardini. A volte è
subspontaneo nei boschi termofili della fascia collinare. Le alberature
sono oggi attaccate da un lepidottero (
Cameraria ohridella
) che causa il
precoce appassimento delle foglie. I semi contengono saponine e
servivano a produrre sapone in tempo di guerra. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie pennate
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Foglie di odore sgradevole se sfregate tra le dita. Infiorescenze ombrelliformi. Frutto carnoso nero
Sambucus nigra L.
Specie subatlantico-sudeuropea comune in tutta la regione sino alla fascia
montana superiore. In Carso è comune ovunque. Originaria di boschi di
forra freschi ed umidi si è poi diffusa in ambienti disturbati ed è oggi
comunissima presso gli abitati. Cresce su suoli limoso argillosi piuttosto
freschi, ricchi in basi ed in composti azotati, da neutri a subacidi, con
Lamium orvala
,
Robinia pseudacacia
,
Urtica dioica
etc. I fiori sono
utilizzati per preparare bevande, i frutti marmellate. Le foglie sono invece
tossiche. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
aprile-giugno.
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Foglie non odorose. Infiorescenze non ombrelliformi. Frutto secco
Fraxinus ornus L. subsp. ornus