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Famiglia
Cupressaceae.
Sinonimi
Cupressus fastigiata
DC.; Cupressus pyramidalis Tarq.-Torr.
Area d'origine
Mediterraneo orientale. Il Cipresso è stato introdotto in
Italia in epoca antichissima forse dagli Etruschi e poi si è
diffuso entrando stabilmente fra i componenti della nostra
vegetazione.
Etimologia
Il genere è il nome comune
latino, derivato dal greco 'kypárissos', che origina da 'kuo'
= io genero, produco germogli e 'párisos' = simile, uguale,
in riferimento all'accrescimento simmetrico della pianta. Il
nome specifico in latino significa 'sempreverde'.
Descrizione
Albero sempreverde che può raggiungere i
20-30 m di altezza, con chioma di forma variabile, tronco
eretto e corteccia bruno-grigiastra. Le foglie sono
squamiformi, embricate, lunghe circa 1 mm, verdi-scure e
con ghiandole resinifere. Le infiorescenze sono coni
subglobosi: quelle maschili di 4-8 mm, quelle femminili, grandi come una noce, con 8-14 squame peltate a
margine poliedrico, lignificate a maturità e con 8-20 semi.
Periodo di fioritura
Marzo-Maggio.
Coltivazione
Tollera la siccità e si adatta a qualsiasi terreno, ma è soggetto a malattie crittogamiche e a parassiti animali. Il
fungo Coryneum cardinale Wag. ha minacciato l'esistenza dei cipressi italiani. Anche l'esemplare dell'Orto è
stato colpito ed oggi si presenta in gran parte disseccato.
Uso
Il Cipresso è ampiamente coltivato per il suo
portamento, che lo rende adatto alla realizzazione di giardini all'italiana e alberature stradali, siepi frangivento
e rimboschimenti. Le foglie, i rami e le pigne hanno impiego officinale, dalla corteccia si ricava per
distillazione un olio essenziale usato in profumeria; le foglie possono essere utilizzate sia per uso interno
grazie alle proprietà balsamiche ed espettoranti, sia per uso esterno grazie alle proprietà detergenti,
leggermente antisettiche e riepitelizzanti. Gli strobili, più ricchi in tannini, hanno proprietà astringenti,
vasocostrittrici ed antinfiammatorie e sono impiegati nel trattamento di varici ed emorroidi, per tonificare la
muscolatura della vescica e impedire la perdita involontaria di urina durante la notte.
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Rametti appiattiti, tendenti a disporsi sullo stesso piano. Pigne più lunghe che larghe
Thuja orientalis L.
Famiglia
Cupressaceae.
Area d'origine
Cina nord-
occidentale, Corea, Giappone.
Etimologia
Il termine
generico deriva dal greco 'thyon' = albero odoroso, ma
anche incenso in riferimento alla sua resina che veniva
bruciata durante i riti religiosi in sostituzione del vero
incenso (ricavato da diverse specie di Boswellia, famiglia
delle Burseraceae). Il termine specifico allude all'area di
origine della specie.
Descrizione
Albero sempreverde alto
fino a 6-8 m, di forma conica, il cui tronco si ramifica fin
dalla base. Presenta rami brevi, con rametti disposti
verticalmente a ventaglio. Le foglie sono squamiformi,
opposte e appressate, di colore verde brillante, debolmente
odorose se stropicciate. Gli strobili sono lunghi circa 2-5
cm, eretti, formati da 6-8 squame spesse, ognuna delle
quali contiene due o tre semi oblunghi sprovvisti di ali.
Uso
Numerose sono le varietà coltivate a scopo ornamentale, alcune adatte per formare siepi.
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Foglie appiattite
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Foglie non appiattite
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Arbusto. Semi singoli, avvolti da una struttura carnosa
Cephalotaxus fortunei Hook.
Famiglia
Cephalotaxaceae.
Area d'origine
Originario
delle montagne della Cina sud-orientale, del Vietnam e del
Giappone.
Etimologia
Il nome generico deriva dal greco
'kephalé' = capo, testa, per la forma globosa degli strobili
maschili, e da 'taxos' = tasso, per la somiglianza che ha
con questa pianta. Il nome specifico è dedicato a R.
Fortune, raccoglitore di piante in Cina, che la introdusse in
Europa e negli Stati Uniti a metà dell'800.
Descrizione
Arbusto o piccolo albero, alto fino a 8 m, raramente fino a
20 m. Il fusto eretto presenta numerose ramificazioni
piane con rametti opposti. La corteccia, da rosso scura a
marrone, si fessura in larghe scaglie. Le foglie, persistenti,
sono coriacee, con una sola nervatura mediana
appariscente, lunghe 5-8 cm, di colore verde-scuro-lucente
nella pagina superiore, pallide e glaucescenti nella pagina
inferiore. I fiori poco vistosi, all'ascella delle foglie sui rametti dell'anno precedente, quelli maschili sono
piccoli e in strobili globosi giallicci; quelli femminili sono riuniti a 5-6 in infiorescenze pauciflore e
peduncolate, costituite da coppie di foglie fertili, ciascuna con 2 ovuli. Gli arilli, bruno-rossastri a maturità, di
circa 3 cm, oblunghi, acuti alle due estremità, con polpa trasparente viscido-gelatinosa e tegumento interno
lignificato. L'embrione è provvisto di 2 cotiledoni.
Coltivazione
Preferisce luoghi freschi e predilige i terreni
calcarei. Si trova nei boschi fino a 730 m.
Periodo di fioritura
Marzo-Aprile.