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Albero. Semi racchiusi in pigne legnose
Abies nebrodensis (Lojac.) Mattei
Famiglia
Pinaceae.
Area d'origine
Madonie (Sicilia).
Etimologia
Il termine generico deriva dal latino 'abeo-ire'
= andare via, svanire, in riferimento alla notevole altezza
raggiunta da alcune specie; il termine specifico significa
dei Nebrodi, in riferimento alla località di origine della
specie; in passato infatti, il termine Nebrodi indicava
l'intero complesso montuoso della Sicilia settentrionale
includendo anche le Madonie.
Descrizione
Albero
sempreverde, alto 5-15 m, con corteccia grigiastra, rami
giovani glabrescenti e chioma espansa, tendenzialmente
appiattita. Le foglie, lineari-appiattite, sono lunghe 10-13
mm, piuttosto rigide e subspinose, disposte in due serie
opposte. I fiori, unisessuali su piante monoiche, sono
costituiti da squame spiralate portanti sulla faccia ventrale
le sacche polliniche (microsporofilli) o gli ovuli
(macrosporofilli) e riuniti in infiorescenze dette strobili o coni. La pianta non produce veri frutti ma, a
maturità, i coni femminili lignificano e si ingrandiscono fino alla lunghezza di 20 cm.
Periodo di fioritura
Fiorisce nel mese di Marzo.
Curiosità
Si tratta di una specie molto rara, endemica delle Madonie. Fu il Mattei
a scoprirne, al Vallone della Madonna degli Angeli, l'unica popolazione naturale formata da appena 23
individui piuttosto giovani in una boscaglia degradata dagli incendi e dal pascolo. A causa della minaccia di
estinzione, è una specie protetta.
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Foglie disposte in ciuffetti di 15-40 su brevi rami laterali
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Foglie riunite alla base in fascetti di 2
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Foglie lunghe 3-5 cm. Rami giovani molli e penduli, densamente coperti da una peluria
scura
Cedrus deodara (Rosb. ex D. Don) G. Don
Famiglia
Pinaceae.
Area d'origine
Afghanistan
(Himalaya).
Etimologia
Il termine generico è il nome
comune latino dato ad una pianta non identificata (forse
un ginepro), dall'aspetto simile al Cedro, derivato a sua
volta dal corrispondente termine greco 'kedros'. Il termine
specifico sembra derivi dal sanscrito 'devadara' = albero
degli dei, in quanto, nel passato, era oggetto di
venerazione per il portamento imponente.
Descrizione
Albero alto fino a 50 m, con corteccia grigio-scura e
chioma densa, piramidale, con cima inclinata sin da
giovane, rami principali gracili, orizzontali e rametti
secondari penduli, rossastri, un po' pubescenti. Le foglie
sono aghiformi, lunghe fino a 5 cm, di colore verde o
verde-glauco, disposte in fascetti di 15-20, appuntite. I
fiori, unisessuali su individui diversi (specie dioica),
raramente sulla stessa pianta, sono costituiti da squame spiralate portanti sulla faccia ventrale le sacche
polliniche (microsporofilli) oppure gli ovuli (macrosporofilli), riunite in infiorescenze dette strobili o coni. Gli
strobili maschili sono amentiformi, cilindrici, eretti, lunghi fino a 12 cm, dapprima verdastri, poi violacei;
quelli femminili hanno forma di botte, mai umbelicati, con squame larghe a dorso liscio. In assenza di un
ovario, la pianta non forma veri frutti, ma a maturità i coni femminili appaiono ingrossati, lunghi fino a 12 cm,
di colore bruno-violaceo, contenenti dei semi triangolari.
Periodo di fruttificazione
I coni femminili
impiegano circa due anni, dalla fecondazione dell'ovulo, per raggiungere la completa maturità.
Coltivazione
Pianta rustica, predilige terreno ricco e torboso, umido e ben drenato. Sono note numerose varietà colturali,
quali la var. aurea, a foglie dorate; la var. pendula a portamento prostrato, piangente, la var. compacta, bassa e
compatta, la var. argentea, ecc. Si moltiplica per seme in autunno o in primavera oppure per innesto in tarda
estate, inverno o inizio primavera.
Curiosità
Fornisce un legno durevole, resistente, impiegato per costruire
traverse ferroviarie, pavimentazioni, serramenti, mobili, palafitte. Da questo legno per distillazione si ottiene
l'olio di Cedro, intensamente aromatico. In India, Pakistan e Nepal si utilizza come pianta officinale.
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Foglie lunghe al massimo 3 cm. Rami giovani rigidi, non penduli, glabri o con sparsa
peluria chiara
Cedrus libani A.Richard