La senape selvatica è una specie originariamente mediterranea oggi divenuta subcosmopolita nelle aree temperato-calde, presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce nei campi di cereali, in incolti ed in ambienti ruderali, su suoli argillosi piuttosto ricchi in basi e composti azotati, subneutri, da piuttosto freschi a subaridi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. I semi, che possono essere usati nella preparazione della senape, contengono molti principi attivi tra cui il glicoside sinalbina, che per azione di enzimi libera un alcaloide, la sinapina, al quale si deve il sapore piccante. I getti giovani possono essere cucinati come i broccoli, di cui ricordano anche il sapore. Il nome generico era già usato dagli antichi Greci ('sinápi'), ma è forse di origine egiziana o indiana; il nome specifico in latino significa 'dei campi arati'. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-luglio.

Nome italiano: Amareddi (Sicilia, Catania), Arosinne (Piemonte, Mondovì), Arsana (Sardegna), Caulina (Sardegna), Cauliscu (Sardegna), Caulittu (Sardegna, Cagliari), Erba falcona (Toscana, Scandicci), Lans (Emilia-Romagna, Reggio), Lanzana (Sardegna), Lascena (Emilia-Romagna, Romagna), Lassana (Sardegna), Lassanu (Sicilia, Avola), Lassinu (Sicilia, Avola), Pisciacani (Sicilia), Radisen salvadgh (Emilia-Romagna, Bologna), Rapaccini (Toscana, Montespertoli), Rapicello salvatico (Toscana, Scandicci), Ravanastre (Piemonte), Ravanele (Veneto, Verona), Ravanì (Emilia-Romagna, Bologna), Ravizzun selvadegh (Emilia-Romagna, Reggio), Savrione (antichi), Senaer bastard (Lombardia, Brescia), Senape (Toscana), Senape arvense (Italia), Senape selvatica (Italia), Senapini (Toscana), Senevra (Piemonte), Serafini (Toscana), Serapino (Toscana), Sevrione (antichi), Sinapa masculina (Sicilia), Sinapa sarvaggia (Sicilia), Sinapazzu (Sicilia, Avola).