La cicuta aglina è una pianta annua a vasta distribuzione eurosiberiana presente, con due sottospecie, in tutte le regioni dell'Italia centro-settentrionale. La distribuzione regionale si estende dal Carso triestino ai fondivalle del settore alpino, con una vasta lacuna nella bassa pianura friulana. Nella città di Udine la specie è poco diffusa e si concentra nel centro cittadino, nell’area nordorientale della periferia e nella porzione meridionale della prima periferia. Cresce in ambienti ruderali, forre ombrose, siepi, incolti e campi a riposo, con optimum al di sotto della fascia montana. Il nome generico è una parola greca che significa 'bruciante', e allude al fatto che la pianta, fortemente tossica in tutte le sue parti, quando masticata irrita fortemente le mucose e il palato determinando una sensazione di bruciore; il nome specifico deriva dal greco cynos’, genitivo di ‘cyon’ (cane) e ‘apios’ (sedano) e significa quindi ‘sedano canino’. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-ottobre.

Nome italiano: Cicuta aglina (Toscana, Val di Chiana), Cicuta aglina (Italia), Cicuta minòr (Piemonte), Cicuta sarvaega (Liguria, Genova), Ciuvite (Friuli), Erba aglina (Toscana, Val di Chiana), Etusa (Italia), Pedersem velenus (Lombardia, Brescia), Prezzemolo salvatico (Toscana, Val di Chiana), Prunsemo velenoso (Liguria, Dolcedo), Pursemu velenuso (Liguria, Genova), Savor di cjan (Friuli), Seiguda (Lombardia, Como), Sicuuta (Lombardia, Brescia), Zicuta (Veneto, Verona), Zicuta (Emilia-Romagna, Romagna), Zicuta cenna (Emilia-Romagna, Bologna), Zicuta falsa (Veneto, Verona), Zigude (Friuli).