Il lillà, originario dell'Europa sudorientale, fu introdotto in Italia dal XVI secolo a scopo ornamentale e oggi è presente come specie avventizia in quasi tutte le regioni d'Italia. In regione è coltivato quasi ovunque al di sotto della fascia montana, ed appare sporadicamente anche allo stato subspontaneo; ha tendenza ad inselvatichirsi in siepi e boschetti presso gli abitati, su suoli argillosi abbastanza profondi e ricchi in basi, dal livello del mare agli 800 m circa. Nella città di Udine la specie è nota soltanto per il Colle del Castello e per un’altra località nell’estrema porzione sudoccidentale della periferia esterna. Il nome generico in greco significa 'flauto' e potrebbe derivare dall'uso dei rami per produrre flauti; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.

Nome italiano: Fior di maggio (Italia), Gelsomino ceruleo (Toscana), Gesiminu turchinu (Sicilia), Ghianda unguentaria (Toscana), Giasmin de Tunexi (Liguria, Genova), Giassemin de Spagna (Liguria, Savona), Lella (Emilia-Romagna, Reggio), Ligustico azurro (antichi), Ligustro (Toscana), Lilà (Piemonte), Lilà (Lombardia, Brescia), Lilà (Emilia-Romagna, Reggio), Lilac turco (Toscana), Lilach (Piemonte), Lilach (Toscana), Lilaco (Toscana), Lilas (Liguria, Porto Maurizio), Lilas (Piemonte), Lilla (Abruzzi), Lillà (Liguria, Genova), Lillà (Italia), Lillassu (Liguria, Genova), Pallone di Maggio (Abruzzi, Aquila), Sambuchella (Abruzzi), Seccamoro (Veneto, Verona), Secchi amori (Veneto, Verona), Serena (Piemonte), Serena (Lombardia), Serenella (Italia), Serenella (Lombardia), Sicomoro (Friuli), Sicomoro (Veneto, Treviso), Sicomoro (Lombardia, Brescia), Silingria (Piemonte), Singria (Piemonte), Sirena (Piemonte), Sirena (Marche), Sirena (Emilia-Romagna, Romagna), Sirenga (Emilia-Romagna, Reggio), Sirenna (Piemonte), Siringa (Lombardia, Como), Siringa turchina (Sicilia).