Pagina 18 - Fratta_book

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Specie originaria dell'Africa settentrionale e della Siria,
successivamente importata in Cina e in India, dove viene
coltivata da oltre 4000 anni. I Romani la importarono per primi
in Italia. La pianta dà buoni frutti soltanto alla fine delle estati
calde. A differenza di altre specie della stessa famiglia, è in
grado di sopravvivere ad inverni freddi, con temperature fino a -
15 °C. I nomi del genere e della specie derivano dal greco
'zízyphon', in latino 'zíziphus' (giuggiolo). Il nome
probabilmente si riferiva a
Z. lotus
, menzionato in numerosi
testi antichi, incluso il celebre mito greco dei lotofagi. Ne parla
anche Omero e pare che il magico cibo fosse una bevanda
alcoolica preparata appunto con i frutti. Nella tradizione
dialettale di alcune regioni come la veneta o la ligure ancora
oggi la giuggiola viene chiamata rispettivamente 'zizoea' o
'zizoa'. Forma biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Foglie a contorno triangolare o più o meno romboidale
Populus nigra L.
Il pioppo nero è un albero eurasiatico-sudeuropeo presente in
tutta Italia dal livello del mare alla fascia montana inferiore;
viene spesso confuso con ibridi introdotti chiamati
Populus x
canadensis
. Cresce in stazioni umide ma spesso anche in luoghi
disturbati, su suoli da ghiaioso-sabbiosi a limoso-argillosi. Dal
legno si ottiene un'ottima pasta da carta; è impiegato inoltre
nella fabbricazione di fiammiferi, compensati e truciolati. Il
portamento maestoso lo rende adatto come pianta ornamentale.
La var.
italica
, il pioppo cipressino, è distinguibile per il
portamento slanciato e colonnare simile al cipresso. Il nome
generico, di etimologia incerta, era già in uso presso gli antichi
Romani, quello specifico allude alla corteccia più scura di
quella di altre specie congeneri. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie a contorno non triangolare né romboidale
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Foglie a base fortemente asimmetrica e mai cuoriforme
Ulmus glabra Huds.
Specie europeo-caucasica presente in tutta Italia, salvo che in
Sardegna ed in Basilicata, dal livello del mare alla fascia
montana. Nella nostra regione è diffuso in regione sino alla
fascia montana inferiore, ma con ampie lacune soprattutto in
pianura; in Carso è piuttosto raro. Cresce in boschi misti
mesofili, su suoli limoso-argillosi piuttosto ricchi in humus e
composti azotati, da neutri a subacidi. Negli ultimi decenni gli
olmi nostrani sono stati colpiti dalla grafiosi, causata dal fungo
ascomicete
Ceratocystis ulmi
; il micelio, veicolato da coleotteri
Scolitidi che scavano gallerie tra il legno e la corteccia, provoca
la chiusura dei vasi conduttori e quindi l'essiccazione della
pianta. Il legno resiste bene all’acqua ed è facile da lavorare,
pertanto è molto utilizzato nella costruzione di mobili, di porte e
nella produzione di compensato; è però di qualità inferiore
rispetto a quello di
U. minor
. Il nome generico era già in uso
presso i Romani, quello specifico allude non alle foglie (che
sono pelose) ma alla scorza che rimane per molti anni liscia.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
marzo-aprile.