Pagina 19 - Fratta_book

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Foglie a base simmetrica, oppure asimmetrica ma
fortemente cuoriforme
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Foglie a base chiaramente troncata o cuoriforme
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Foglie a base non troncata né cuoriforme
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Almeno alcune foglie profondamente lobate
Broussonetia papyrifera (L.) Vent.
Specie di origine asiatico-orientale introdotta in Europa nella
metà del XVII secolo ed oggi presente come avventizia in quasi
tutta Italia, dal livello del mare ai 600 m circa. Cresce in
ambienti ruderali, compresi i muri, ma è anche un alberello
ornamentale spesso piantato lungo le strade. A volte diviene
dominante, forse per allelopatia, assieme ad ailanto e robinia.
Dalla sua corteccia si ricavano, per macerazione, fibre molto
lunghe usate in Giappone nella produzione di una carta pregiata,
nota col nome di carta cinese o carta di seta, e in Polinesia per
produrre filati e tessuti. In Cina la pianta viene utilizzata in
sostituzione del gelso per l'allevamento dei bachi da seta. Il
genere è dedicato al naturalista francese P. M. A. Broussonet
(1761-1807). Il nome specifico fa riferimento all'utilizzo della
pianta per la produzione di carta: 'papyros', infatti, è la pianta da
cui gli antichi Egizi ricavavano la carta. Forma biologica:
fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura:
maggio-giugno.
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Foglie mai profondamente lobate
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Frutti portati da lunghi peduncoli muniti di un'ala trasversale (tigli)
Tilia platyphyllos Scop. subsp. platyphyllos
Il tiglio nostrano è un albero sudeuropeo-subatlantico presente
allo stato spontaneo in tutte le regioni d'Italia, salvo che in
Sardegna, sino alla fascia montana. Cresce nei boschi freschi di
latifoglie decidue su suoli argillosi profondi, piuttosto ricchi in
basi e composti azotati. I fiori e le brattee sono usati in
erboristeria per la preparazione di tisane calmanti ed emollienti
Il legno è usato per lavori di falegnameria e tornitura. I Romani
utilizzavano la corteccia, tagliata in strisce, seccata e
successivamente macerata, per ricavarne delle fibre usate nella
fabbricazione di corde, tessuti e nella preparazione delle
'vincula tiliae', bende per fasciare le ferite. È un albero longevo
che può vivere fino a 1500 anni. Il nome generico, già in uso
presso i Romani, deriva dal greco 'ptilon' (ala), in riferimento
alla brattea del peduncolo fruttifero che funge da ala durante la
disseminazione facilitata dal vento; il nome specifico deriva dal
greco 'platys' (largo) e 'phyllon' (foglia). Forma biologica:
fanerofita scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura:
maggio-giugno.
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Frutti di aspetto diverso
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Foglie doppiamente dentate. Picciolo coperto di peli ghiandolari (lente!). Frutto una
noce avvolta da un tubo erbaceo (nocciola)
Corylus avellana L.