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Foglie chiaramente appiattite
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Foglie non appiattite
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Foglie senza linee chiare di sotto. Con un solo seme avvolto da una coppa carnosa
rossa
Taxus baccata L.
Nome comune:
tasso.
Morfologia:
albero alto fino a 20 m, a
portamento piramidale; tronco con corteccia liscia e rossastra,
desquamantesi in scaglie; foglie aghiformi, appiattite,
persistenti e disposte in due serie opposte sui rami, lunghe 1-3
cm. Specie dioica con fiori maschili riuniti in coni gialli
all’ascella delle foglie e fiori femminili isolati di colore verde.
Seme a maturità parzialmente circondato dall’arillo, un
involucro carnoso rosso-vivo e di sapore dolciastro che è
l’unica parte non velenosa della pianta.
Areale:
Europa,
Caucaso, Nord Africa e Asia occidentale dalla Turchia all’Iran.
Habitat:
faggete.
Presenza nel Parco:
poco comune.
Note:
nell’area del Parco, il legno di tasso era tenuto in grande
considerazione. Veniva diffusamente impiegato per la
fabbricazione di diversi oggetti tra cui gli anelli dei basti degli
animali da soma, i bastoni ricurvi dei pastori, parti del giogo
dei buoi o degli utensili per la tessitura. Il legno duro e
resistente si prestava anche per la realizzazione di travature ed
architravi duraturi. La pianta risulta fortemente tossica per gli
erbivori, in particolare per gli animali non ruminanti. I cavalli, i
muli o gli asini che addentavano le foglie della pianta erano
soggetti a forti avvelenamenti e rischiavano la morte. I
‘
vaticali
’ del Parco, ossia i conduttori delle bestie da soma,
usavano far ingerire agli animali intossicati del pane oppure
dell’olio, rimedio che a quanto pare sortiva spesso gli effetti
sperati. A Valle Castellana, si ricorreva invece ad un espediente
quantomeno discutibile: all’animale avvelenato si tagliavano le
orecchie per favorire la fuoriuscita del sangue ritenuto
avvelenato. Il legno di tasso era preziosissimo per la
realizzazione degli archi. L’ingegnere militare Francesco De
Marchi, che scalò la vetta del Corno Grande nell’anno 1573, in
uno scritto vergato prima del 1566, in cui illustra il territorio
del Gran Sasso, annota: ‘
Vi nasce il del legno Tasso da fare
Archi da Balestre e da mani perfettissimi
’.
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Foglie con due linee chiare di sotto. Con numerosi semi rinchiusi in pigne legnose
Abies alba Mill.
Nome comune:
abete bianco.
Morfologia:
albero alto fino a
40-50 m, superante facilmente i 300 anni di età. Portamento
eretto con chioma piramidale in gioventù, cilindrica a maturità
quando, grazie all'accrescimento ridotto dell’apice rispetto ai
rami laterali, il cimale assume un caratteristico aspetto a “nido
di cicogna”. Corteccia grigio-argentea, liscia nelle piante
giovani, più scura e suddivisa in placche nelle piante adulte.
Foglie aghiformi, lunghe 2-3 cm, disposte a pettine sui rami, di
colore verde scuro di sopra, con 2 linee stomatifere bianche e
cerose di sotto, ad apice arrotondato o smarginato. Pigne
cilindriche, erette, di colore rosso bruno, lunghe 10-18 cm,
spesso coperte di essudazioni di resina.
Areale:
Europa, dai
Pirenei ai Carpazi e Penisola balcanica.
Habitat:
specie