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Petali bianchi
Aesculus hippocastanum L.
Nativo dell’Europa orientale (Penisola Balcanica), l’ippocastano (o
castagno d’India) è stato introdotto da oltre 4 secoli in Europa
occidentale, dove si è largamente diffuso come pianta ornamentale,
ma non come pianta spontanea. In Italia si trova in quasi tutte le
regioni, in particolare al Nord, dalla pianura fino a 1200 m.
L’epiteto specifico hippocastanum deriva dal suo antico impiego per
curare la tosse dei cavalli (dal greco “castagna del cavallo”). Alcune
parti della pianta sono velenose se ingerite (tra queste i frutti e il
nettare). Nell’industria zootecnica viene impiegata una farina
ottenuta dai suoi semi, mentre dalla pianta si estraggono sostanze
utilizzate in medicina per problemi circolatori. All’Orto Botanico è
presente un esemplare importante verso la sommità della
Montagnola: presenta il caratteristico portamento arboreo elegante e
imponente; le diramazioni sono profonde e partono già nella parte
medio-bassa della pianta (il palco principale quindi non si trova ad
una distanza molto elevata dal suolo), generando una chioma
espansa.
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Petali rossi o verdastri
Aesculus carnea Hayne
L’ippocastano rosso è un ibrido probabilmente selezionato in
Germania intorno al 1820, derivante dall’incrocio tra il comune
ippocastano (A. hippocastanum) e da una specie arbustiva americana
(A. pavia) dai fiori rossi. È diffuso in tutta Italia a scopo
ornamentale. All’Orto Botanico sono presenti tre esemplari che
delimitano, insieme ad altre essenze arboree, l’area circolare
pianeggiante sulla sommità della Montagnola: raggiungendo gli 8-
10 m d’altezza, risaltano vistosamente grazie alla posizione
sopraelevata e, in primavera, anche per le abbondanti fioriture di
grandi grappoli di fiori rosa.
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Foglie di odore sgradevole se sfregate tra le dita. Frutto carnoso
Sambucus nigra L.
Specie sudeuropea presente in tutta Italia (salvo la Valle d'Aosta)
sino alla fascia montana inferiore. Forma popolamenti quasi puri in
vegetazioni pioniere su suoli limoso-argillosi profondi, freschi,
talvolta con ristagno d'acqua, da subacidi a neutri, ricchi in composti
azotati. Tutte le parti della pianta, inclusi i frutti, sono tossici. Il
nome specifico era già in uso presso i Romani, quello generico
deriva dal greco 'sambuke', uno strumento musicale costruito con
legno tenero. All’Orto Botanico si trova un gruppo di giovani
esemplari lungo il sentiero che conduce alla sommità della
Montagnola. Altri si trovano ai piedi della Montagnola stessa,
accanto a Metasequoia glyptostroboides. I due esemplari di
dimensioni maggiori si trovano uno in prossimità del muro che
divide l’Orto Botanico dall’Accademia Militare, l’altro all’inizio del
sentiero che conduce al vivaio; hanno portamento decisamente
arboreo, abbastanza raro per questa specie.
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Foglie non odorose. Frutto secco, alato
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Gemme scure (nere o bruno scure). Fiori senza petali
Fraxinus excelsior L. subsp. excelsior