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Specie dell'Europa sudoccidentale, presente con 2 sottospecie in
tutta Italia salvo che in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto
e Sardegna; la sottospecie nominale ha distribuzione più ristretta,
essendo limitata ai rilievi dal Piemonte all'Appennino Tosco-
Emiliano. Cresce in cerrete e boschi misti mesofili. Il nome
generico, che deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse per la
forma dei denti fogliari di A. platanoides, era già in uso presso i
Romani. L'utilità e gli impieghi di quest'acero sono volti alla
lavorazione del legno. All’Orto Botanico questa specie è presente in
prossimità della sommità della Montagnola, sul versante
meridionale: si tratta di un piccolo alberello di circa 1,5 metri
d’altezza, ramificato già dalla parte basale. Numerosi altri aceri,
appartenenti a specie diverse, sono coltivati nell’Orto: alcuni di essi
si distinguono per il bellissimo fogliame, composto dalle
caratteristiche foglie e forma palmata, che assumono in autunno
colorazioni dal giallo-dorato al porpora.
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Pianta con rami terminanti in spine. Fiori grandi, arancioni
Punica granatum L.
Il melograno è originario delle regioni asiatiche sud-occidentali
come l’Iran, ma si è diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo, ove
si è a volte naturalizzato. Viene coltivato per il frutto edule, o come
pianta ornamentale nei giardini, grazie alla spettacolare fioritura
estiva rosso-aranciata; ne esistono varietà solo da fiore e una varietà
nana, molto utilizzata per composizioni verdi. Sin dall’antichità
vengono attribuiti al melograno numerosi significati simbolici: nella
mitologia un frutto di melograno fu donato da Paride a Venere; nella
tradizione ebraica e cristiana è simbolo di speranza, fertilità ed
eternità. Ha diversi utilizzi: dal succo del frutto si ricava la
granatina, uno sciroppo fermentato per produrre cordiali, dolciumi e
marmellate; la scorza e i fiori sono impiegati in medicina per le
proprietà astringenti; il tannino è utilizzato nella concia delle pelli. Il
nome generico deriva da ‘punicus’ che indicava al tempo degli
antichi Romani la provenienza dei frutti dalla regione costiera della
Tunisia, dove si trovava Cartagine; il nome specifico allude alla
presenza dei numerosi semi dal rivestimento rosso all’interno del
frutto. All’Orto Botanico sono in collezione sei esemplari di
melograno, con il tipico portamento arbustivo-cespuglioso, tutti
ubicati sulla Montagnola, tranne uno, che si trova nel Parterre-
Scuola. Quattro di essi (tra cui quello di dimensioni maggiori) sono
raggruppati di fronte all’ingresso dell’Aula storica e, insieme a
Malus x purpurea e a Diospyros kaki, danno luogo a uno degli
angoli più colorati dell’Orto Botanico, contribuendo con i fiori rossi
e i frutti giallo-rossi.
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Piante senza spine. Fiori non arancioni
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51
Foglie a base cuoriforme
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Foglie a base non cuoriforme
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Margine della foglia intero. Foglie verdi su entrambe le facce
Syringa vulgaris L.