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piccolo arbusto ramificato sin dalla base, di circa 1,5 metri d’altezza,
situato nel Parterre-Scuola vicino a Viale Caduti in Guerra.
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Margine della foglia intero. Foglie sempreverdi, glabre di sotto
Olea europaea L.
L’olivo è una pianta nativa del bacino del Mediterraneo, di cui è
specie caratteristica, soprattutto nelle zone più miti. Insieme al
carrubo (Ceratonia siliqua) caratterizza la vegetazione mediterranea
dell’ Oleo-Ceratonion . È una pianta da sempre apprezzata e
sfruttata per i suoi frutti, le olive, da cui si estrae l’olio.
Recentemente si è diffusa come pianta ornamentale da giardino
anche in zone estranee al suo areale di diffusione, come il territorio
padano. A volte, purtroppo, si tratta in questi casi di esemplari di
grossa taglia o addirittura vetusti che vengono prelevati dalle
coltivazioni dei paesi di origine per essere rivendute (a caro prezzo)
nel contesto locale con scarsa possibilità di sopravvivenza. Ha un
legno molto pregiato, durissimo, a grana forte, di colore giallo-
bruno, che si presta per lavori al tornio e d’incisione. Il nome
generico è quello utilizzato dai latini, e deriva dal greco ‘elaia’; il
nome specifico fa riferimento all’areale tipicamente mediterraneo.
L’olivo coltivato nell’Orto Botanico si trova nel Parterre-Scuola,
davanti alle Serre Ducali, in posizione termicamente favorevole; il
portamento è arboreo-arbustivo, con ramificazione bassa e chioma
espansa.
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Margine della foglia dentato
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Margine della foglia intero
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Foglie sempreverdi, coriacee, spesso con macchie chiare. Frutto carnoso
Aucuba japonica Thunb.
Specie originaria delle montagne dell’Asia orientale, dalla Cina al
Giappone, dove cresce in ambienti umidi e ombrosi, spesso lungo i
corsi d’acqua e in foreste dense, l'Aucuba fu introdotta in Europa nel
1783 dal botanico tedesco John Graeffer, autore di un catalogo delle
piante della Reggia di Caserta, in esemplari tutti femminili; soltanto
nel 1840 vennero introdotti esemplari maschili che permisero la
produzione dei caratteristici frutti rossi. Oggi è ampiamente coltivata
in tutta l’Europa meridionale, con numerose cultivar, molte delle
quali con foglie variegate. L’intera pianta, ma soprattutto i frutti, è
tossica per la presenza di aucubina. Il nome generico deriva da
quello comune della pianta in Giapponese (‘Aoki’, cioè ‘albero
blu’), quello specifico allude ad una delle aree di origine, il
Giappone. All’Orto Botanico questo arbusto è presente in più punti:
gli esemplari di maggiori dimensioni si trovano sulla Montagnola
(cespuglio) e di fianco alla serretta caldo-umida, su viale Caduti in
Guerra (siepe). Si può notare la variabilità nella maculatura delle
foglie nei diversi individui: gialla, fitta e pronunciata nell’esemplare
della Montagnola, pressoché assente in altri. È una pianta dioica; la
pianta femmina produce grappoli di bacche rosse pendule.
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Foglie decidue, non coriacee, senza macchie chiare. Frutto secco
Euonymus europaeus L.