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Viale Caduti in Guerra, circondato da una rete che separa i visitatori
(soprattutto i bambini) dalle spine acuminate.
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Spine limitate ai margini delle foglie
Mahonia aquifolium (Pursh) Nutt.
Pianta nativa dell’America del Nord, è diffusa in Europa e in Italia a
scopo ornamentale, per le foglie coriacee dentate multicolori e le
bacche nero-bluastre; viene utilizzata in particolare per formare siepi
e frangivento. L’unico esemplare presente all’Orto Botanico si trova
sulla Montagnola. Ha portamento arbustivo e non supera il metro
d’altezza. La chioma, piuttosto regolare, è larga ed espansa.
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Spine limitate ai fusti
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Fiori più larghi di 3 cm. Frutto diverso da una mora
Rosa canina L.
Specie diffusa in Europa, Asia occidentale e centro-meridionale e
Africa settentrionale, presente in tutta Italia dal livello del mare alla
fascia montana. Cresce in arbusteti, boscaglie aperte, pascoli e
campi abbandonati. In fitoterapia si usano i falsi frutti (cinorrodi)
che contengono carotenoidi, vitamine e acidi organici, pectine,
glucosidi polifenolici e sali minerali; con essi si possono preparare
sciroppi e marmellate.
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Fiori più stretti di 3 cm. Frutto a mora
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Foglie pennate, bianco-pelose di sotto. Mora rossa
Rubus idaeus L.
Specie circumboreale che cresce in radure e schiarite dei boschi,
soprattutto faggete e abetine, su suoli piuttosto eutrofizzati
(deiezioni di mammiferi selvatici), in tutta Italia. Forma
popolamenti densi tipicamente negli spazi aperti all'interno di un
bosco o colonizza opportunisticamente parti di bosco che sono state
oggetto di incendi o taglio del legno. Il nome generico, di antico uso,
potrebbe derivare dal latino 'ruber' (rosso) per il colore rosso dei
frutti di alcune specie. È facilmente coltivabile nelle regioni
temperate e ha una tendenza a diffondersi rapidamente. Il lampone è
normalmente utilizzato nella preparazione di confetture, sciroppi e
gelatine.
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Foglie palmate. Mora scura a maturità
Rubus fruticosus s. latiss.
I rovi costituiscono un gruppo difficilissimo di specie di origine
apomittica e ibridogena, ancora incompletamente studiato in Italia.
Il nome generico, di antico uso, potrebbe derivare dal latino 'ruber'
(rosso) per il colore rosso dei frutti di alcune specie. Le more sono
commestibili e vengono utilizzate per sciroppi, liquori, marmellate.
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Foglie trifogliate (con 3 sole foglioline)
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Foglie non trifogliate (con più di 3 foglioline)
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