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usato per travature, costruzioni navali, etc.; l'infuso della corteccia e
dei giovani rami era utilizzato nella medicina tradizionale come
astringente e febbrifugo. Le ghiande hanno avuto molti impieghi,
dall'alimentazione dei suini all'uso come surrogato del caffè.
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Foglie glabre o quasi di sotto (salvo a volte presso i nervi
principali)
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Foglie subsessili, auricolate alla base. Ghiande su peduncoli di 2-5 cm, con cappello a
squame concresciute (salvo la punta) in un complesso emisferico, le basali molto più
grandi delle estreme
Quercus robur L. subsp. robur
La farnia è un albero dell'Europa centro-meridionale presente in
tutta l'Italia continentale con optimum nella fascia submediterranea.
Cresce in boschi planiziali, su terreni profondi e molto freschi. Il
nome generico, già in uso presso gli antichi, è di etimologia incerta,
quello specifico è un termine latino che significa 'duro', 'resistente',
'robusto'. Viene coltivata per rimboschimenti e per il legname
pregiato utilizzato per travi, costruzioni navali, mobili, scale,
parquet, etc. Con il termine 'rovere di Slavonia', il legno di farnia è
utilizzato
per
costruire
doghe
delle
botti
destinate
all’invecchiamento di vini pregiati e cognac. Un tempo le ghiande
erano largamente usate per l'alimentazione dei maiali. All’Orto
Botanico sono presenti vari esemplari; quello di dimensioni
maggiori si trova sulla sommità della Montagnola. Alto tra i 10 e i
15 metri, presenta una ramificazione nella parte più bassa del tronco
che gli conferisce una chioma molto ramificata e irregolare;
probabilmente, il fatto di trovarsi a distanza molto ravvicinata con
altre piante d’alto fusto ha limitato l’accrescersi di una chioma
globosa. Presenta la caratteristica scorza grigiastra intensamente
solcata e incisa longitudinalmente, con costolature in rilievo. Sono
presenti inoltre 7 farnie che delineano il confine meridionale
dell’Orto, messe a dimora alla fine degli anni ’80. È presente inoltre
un esemplare molto grande di Quercus robur ‘pectinata’, una
cultivar ornamentale con foglie profondamente lobate e allungate,
nella parte a Nord dell’Orto Botanico.
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Foglie con picciolo di almeno 5 mm. Ghiande sessili o su peduncoli di pochi mm, con
cappello a squame in parte libere, di dimensioni poco diverse
Quercus petraea (Matt.) Liebl. subsp. petraea
La rovere è un albero europeo presente in tutta Italia salvo che in
Sardegna con optimum nella fascia submediterranea. Cresce in
boschi maturi su suoli argillosi piuttosto profondi, da
moderatamente aridi a freschi, spesso decalcificati, rifuggendo da
ristagni d'acqua, con Acer campestre, Carpinus betulus, Quercus
cerris etc. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, è di
etimologia incerta. Il legno, molto pregiato è simile a quello della
farnia, ma più denso; è utilizzato, nella fabbricazione di mobili,
nell'edilizia, per travature, parquet, nei cantieri navali e nella
costruzione di doghe per botti adatte per l'invecchiamento dei vini;
ottimo combustibile, è anche utilizzato per la produzione di carbone
da legna. All’Orto Botanico, entrambi gli esemplari di rovere si
trovano sulla Montagnola. Hanno un fusto diritto ramificato in
posizione medio-alta e raggiungono un’altezza di 10-15 metri; il
tronco ha un diametro relativamente ridotto che conferisce alla
pianta un aspetto slanciato ma non massiccio.