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preparazione di tisane calmanti ed emollienti. Oggi i tigli (spesso in
varietà ibridogene) riempiono gli spazi verdi nelle nostre città,
poiché resistono all'inquinamento atmosferico. I Romani
utilizzavano la corteccia, tagliata in strisce, seccata e
successivamente macerata, per ricavarne fibre usate nella
fabbricazione di corde, tessuti e nella preparazione delle 'vincula
tiliae', bende per fasciare le ferite.Il legno, chiaro e leggero, è
utilizzato nella realizzazione di mobili. È presente nel Giardino
Ducale.
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Pagina inferiore della foglia con ciuffi di peli biancastri alla biforcazione dei nervi. Frutto
con 5 coste longitudinali
Tilia platyphyllos Scop. s.l.
Il tiglio nostrano è un albero sudeuropeo-subatlantico presente allo
stato spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna, sino
alla fascia montana. Cresce nei boschi freschi di latifoglie decidue
su suoli argillosi profondi, piuttosto ricchi in basi e composti azotati,
con Ostrya carpinifolia, Quercus petraea, Sorbus aria etc. Il nome
generico, già in uso presso i Romani, deriva dal greco ‘ptilon’
(‘ala’), in riferimento alla brattea del peduncolo fruttifero che funge
da ala durante la disseminazione facilitata dal vento, quello specifico
in greco significa 'a foglie larghe'. I fiori e le brattee sono usati in
erboristeria per la preparazione di tisane calmanti ed emollienti. I
Romani utilizzavano la corteccia, tagliata in strisce, seccata e
successivamente macerata, per ricavarne delle fibre usate nella
fabbricazione di corde, tessuti e nella preparazione delle 'vincula
tiliae', bende per fasciare le ferite. All’Orto Botanico si trovano
quattro tigli lungo il sentiero che conduce alla sommità della
Montagnola. Hanno tutti dimensioni abbastanza importanti,
raggiungendo i 15 metri circa d’altezza; i fusti sono diritti, ramificati
nella parte alta. Si può notare la corteccia grigia caratteristica, che
tende a fessurarsi longitudinalmente.
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Foglie fortemente odorose se sfregate tra le dita
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Foglie non odorose
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Foglie con forte odore di eucalipto
Eucalyptus globulus Labill.
Originario dell’Australia, è stato introdotto in Europa nel XIX
secolo. In Italia è presente come essenza spontanea solo in Calabria
e in Sardegna. Nelle zone d’origine forma grandi foreste; in Europa
si è diffuso come frangivento nelle zone costiere e per
rimboschimenti di aree costiere marginali, oltre che come essenza
ornamentale. È una specie impiegata nella produzione di cellulosa e
nell’industria chimico-farmaceutica per estrarre l’olio essenziale
(eucaliptolo). Questa specie di eucalipto è la più coltivata in Italia.
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Foglie con odore di alloro
Laurus nobilis L.